Varese, ai fornelli del nuovo centro cottura ci sarà il colosso delle mense

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VARESE – Trecentomila studenti serviti ogni giorno in oltre 450 Comuni italiani e la capacità – nel solo 2019 e facendo riferimento esclusivamente alle mense scolastiche – di portare in tavola 42 milioni di pasti per un fatturato di 233 milioni di euro. Sono i numeri di Cirfood, l’impresa emiliana che, come annunciato da Palazzo Estense, costruirà e gestirà il nuovo centro cottura di via Monte Santo.

Si tratta di un vero e proprio colosso con oltre cinquant’anni di storia, nato come impresa cooperativa a Reggio Emilia e allargatosi poi praticamente a tutta Italia, fatta eccezione per le isole e per Calabria e Basilicata. «Abbiamo assunto la leadership nel segmento della ristorazione scolastica – si legge sul sito dell’azienda – già nella seconda metà degli anni Novanta». Oltre alle scuole, le attività spaziano poi in aziende, ospedali e cliniche e, con 120 locali, nell’area commerciale. Sono 73 le province italiane che vedono complessivamente impegnata Cirfood, cui si aggiungono le presenze in Belgio e in Olanda.

Cosa farà a Varese

Il primo compito affidatole da Palazzo Estense – dopo una gara che l’ha vista ottenere con le altre imprese associate 80,24 punti su cento e dopo due sentenze del TAR della Lombardia che hanno ridisegnato la classifica – è quello di costruire il centro cottura; una prima fase in cui Cirfood sarà affiancata dal lombardo E Plus studio e dal gruppo emiliano Sicrea. Una volta realizzata la nuova struttura, che dovrà sostituire le due ora presenti nelle scuole “Parini” e “Anna Frank”, l’impresa dovrà poi mantenere calmierati i costi sostenuti dall’utenza e potrà gestire la concessione per 12 anni.

Le tariffe sono quelle già in vigore e approvate nel dicembre 2016 dal consiglio comunale. La quota pasto sarà dunque compresa, a seconda della dichiarazione ISEE e della residenza in città o meno, tra i 5,00 e i 5,50 euro. Palazzo Estense, oltre a farsi carico degli alimenti consumati dagli alunni che saranno riconosciuti come onere sociale e dal personale docente ed educatore, verserà poi all’impresa una compensazione per ogni pasto. L’investimento previsto per il centro cottura, con la formula del project financing, è pari a 3.580.000 euro.

La filosofia di Cirfood

«Feed the future (alimenta il futuro, ndr) – si legge sul sito dell’impresa emiliana – è la filosofia che spinge il nostro modo di fare impresa e di guardare al domani. Oltre a fare ristorazione, ci impegniamo da sempre a nutrire il futuro di visioni, idee e prospettive per garantire a tutta la società uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, ambientale, sociale e culturale. Promuoviamo un’alimentazione sana, vicina alle esigenze dei bambini nella loro delicata fase di crescita e rispettosa della loro salute. Per noi la mensa scolastica è un’occasione per valorizzare le diversità, condividere esperienze e contribuire alla formazione di una cittadinanza evoluta e consapevole».

Concetti che si traducono in menù che rispettano i fabbisogni nutrizionali delle diverse fasce di età, in attività didattiche «che stimolino lo sviluppo di una coscienza alimentare anche al di fuori del contesto ordinario della mensa scolastica», in consulenze di specialisti per elaborare diete speciali per bambini e ragazzi affetti da particolari patologie.

Tra i progetti di Cirfood, oltre a un centro di ricerca e sperimentazione a Reggio Emilia, rientra anche un sito (www.cirfood.com/public/cirfood-con-te/) che ogni settimana propone ricette, curiosità e approfondimenti su una corretta alimentazione. «Vogliamo dare un contributo di utilità e valore – si legge nella presentazione – per chi lavora da casa e per chi trascorre il proprio tempo in famiglia». Tra le sezioni anche una dedicata ai più piccoli, con attività e giochi.

I numeri dell’azienda

La ristorazione scolastica e i suoi 233 milioni di fatturato, come detto, sono solo una parte delle attività di Cirfood. Sempre facendo riferimento ai dati 2019, infatti, la cooperativa, con oltre 12mila dipendenti, ha ricavi annui per 686 milioni e un utile netto superiore ai 9,7 milioni. I pasti prodotti e serviti due anni fa sono stati 103 milioni e le cucine gestite 1.200. I soci cooperatori, infine, sono oltre settemila.

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