«Tutti hanno diritto a un futuro fuori dal carcere di Varese e Busto»

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VARANO BORGHI – Il futuro? «Tutti hanno diritto di possederlo». Anche chi resta rinchiuso per anni in una cella e deve ricostruirsi una vita spesso ripartendo da zero. Questo il senso del meeting organizzato giovedì, 12 gennaio, in Villa Borghi a Varano dai Lions Club Sesto – Somma Host

Educare in carcere 

Al tavolo del presidente Paolo Rossi, le relatrici della serata sono state Alessia Boldetti e Barbara Villa della cooperativa Lotta contro l’emarginazione, impegnate nelle Case circondariali di Busto Arsizio e Varese con una serie di servizi dedicati a intercettare le fragilità e le marginalità. «Non è un lavoro, ma una missione che affrontano con passione, determinazione e grande professionalità per dare un futuro alle persone recluse»: così le ha presentate Franco Norello, proponente del meeting moderato dall’avvocato Piero Cesare Iametti e iniziato con un minuto di silenzio in ricordo di Carlo Fogliani, storico socio Lions e imprenditore di successo scomparso nei giorni scorsi. 

La paura di uscire 

«Hanno tanta paura di uscire da un posto in cui rimangono per lungo tempo e che infantilizza anziché responsabilizzare», hanno spiegato Boldetti e Villa, soffermandosi sulla «sospensione del giudizio» come strumento per la rieducazione e sul grande lavoro, in particolare con i detenuti più giovani, «per immaginarsi migliori di quanto loro stessi pensano di essere». Ma per farlo, «i primi a doverci credere sono loro». 

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