Sovraffollamento al 176%: carcere di Busto sul podio dei peggiori in Lombardia

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BUSTO ARSIZIO – Solo Brescia e Como fanno peggio di Busto Arsizio nella poco onorevole classifica delle carceri più sovraffollate della Lombardia, che con 8733 persone detenute rispetto a una capienza regolamentare di 6152, è la seconda regione italiana per sovraffollamento carcerario, al 142%, dietro alla Puglia, capolista con il 150%. La denuncia, l’ennesima sul tema, è della Cgil Polizia Penitenziaria.

I numeri

Nella casa circondariale di via per Cassano il tasso di sovraffollamento è pari al 176%: praticamente ci sono 7 detenuti ogni 4 posti disponibili. In Lombardia solo il carcere “Nerio Fischione” di Brescia (200%) e quello del Bassone di Como (186%) sono messi peggio. Subito dietro a Busto Arsizio ci sono le performance di Bergamo e Brescia Verziano, 174%, Lodi, 173%, Monza e Varese Miogni, al 172%. Nella nostra regione solo Voghera rispetta la capienza prevista. «I dati si riferiscono al novembre 2023 e la situazione, pressoché invariata, resta critica – dichiara Calogero Lo Presti, coordinatore regionale della Polizia Penitenziaria Fp Cgil Lombardia – peraltro la Lombardia è seconda in Italia per sovraffollamento ma con quasi il doppio dei detenuti rispetto alla Puglia, che ne ha 4475 su una capienza regolamentare di 2912».

La carenza di personale

Ma non è l’unico problema nei penitenziari lombardi: «La carenza di personale è ormai endemica e trasversale a tutte le figure che operano negli istituti – denuncia Lo Presti – per quanto concerne nello specifico gli agenti penitenziari, i vuoti negli organici, a maggior ragione con il sovraffollamento, significano carichi di lavoro insostenibili, che vengono anche aggravati da persone detenute con problemi di salute mentale, dalla difficoltà di gestire tante persone, di nazionalità, religione e culture diverse, ristrette insieme in condizioni complicate (incluse le condizioni strutturali degli istituti) che portano al fenomeno delle aggressioni dentro le celle e sulla Polizia Penitenziaria, quando non ad atti di autolesionismo o a cose e ambienti. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) ha disposto la chiusura delle persone detenute nelle camere di pernottamento invece che potenziare gli organici e riformare in meglio il sistema».

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