Varese, l’allarme di Confartigianato: «Chi non innova rischia di scomparire»

Confartigianato Varese

VARESE – Il Covid ha segnato uno spartiacque nel mondo dell’impresa varesina. La pandemia ha ampliato il divario tra le aziende che riescono a tenere il passo del mercato e chi invece fatica a resistere. La chiave è l’innovazione: un tema che Confartigianato Varese ha analizzato con l’indagine “Innovation Index”, da cui emerge che esiste una vera e propria forbice tra chi ha investito in innovazione in seguito al Covid e chi invece è rimasto fermo. E senza innovazione si rischia di non uscire più dalla crisi.

Un mondo a due velocità

La situazione emerge chiaramente dai risultati della seconda edizione dell’Innovation Index, iniziativa promossa da Confartigianato Varese tramite Artser e Faberlab per rilevare la maturità digitale delle Pmi e accompagnarne il processo di sviluppo. Una prima rilevazione si era svolta nel 2019, nell’epoca pre-Covid. Ora è stata realizzata la seconda indagine, che ha preso in esame 150 aziende di tutta la provincia in rappresentanza di vari settori, in particolare realtà medio-piccole e manifatturiere. La fotografia che ne esce è chiara: il mondo dell’artigianato varesino viaggia a due velocità. Da un lato infatti il Covid è stato un acceleratore dei processi innovativi, ma c’è anche chi non ha innovato e rischia di restare fermo al palo. «Ci sono aziende che in questo anno e mezzo su questi temi hanno subito un’accelerazione incredibile – spiega l’innovation manager Angelo Bongio – ma c’è anche l’effetto contrario: chi non si è mosso da qui al 2023 avrà effetti dirompenti».

Dati significativi

L’analisi ha mappato il grado di digitalizzazione dei processi aziendali, prendendo in esame tre aspetti: gestione del personale, gestione dei processi ed elementi tecnico produttivi. Per ognuna di queste categorie sono stati definiti quattro livelli di “punteggio” relativi all’innovazione: assente, base, medio e avanzato. Per quanto riguarda la gestione del personale la maggior parte delle aziende, il 60%, si attesta su un livello base. Va meglio nella gestione dei processi, dove il 41,7% delle aziende ha un livello medio e il 40,7% avanzato. Dal punto di vista degli elementi tecnico produttivi invece solo il 6% delle realtà raggiunge un livello avanzato, e nel 20% dei casi i processi digitali risultano addirittura assenti.

Recuperare presto

Secondo Confartigianato Varese è importante che le aziende che sono rimaste indietro riescano a recuperare il prima possibile. «Il Covid ha fatto vedere che tante criticità potevano essere risolte con la digitalizzazione – ha commentato il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli – sulla spinta all’innovazione conta molto anche il cambio generazionale nelle imprese». Galli ha riflettuto anche sui motivi che portano alla creazione del divario tra imprese che innovano e realtà che non lo fanno. «Le criticità per le piccole medie imprese – ha detto – sono soprattutto il difficile accesso al credito, che limita la possibilità di accedere alle risorse, e il gap formativo». Chi cambia dunque esce prima dalla crisi, ma serve un sostegno. In quest’ottica potrà giocare un ruolo importante il Pnrr.

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