Solisti Veneti in concerto: Vivaldi, Strauss, Bach e Schönberg per i beni Fai di Varese

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VARESE – Dopo l’inaugurazione del 18 luglio a Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia (Padova) il festival itinerante de “I Solisti Veneti per il Fai”, giunto quest’anno alla sua quarta edizione, continua nelle giornate di agosto e settembre nei Beni del Fondo per l’Ambiente Italiano di Veneto, Lombardia e Piemonte: ormai inossidabile la collaborazione tra la fondazione e la storica orchestra per un programma di dialogo e comunione tra le arti in cui architettura, paesaggio e storia e si uniscono alla musica per un’esplosione di bellezza.

I concerti in Lombardia

Il ciclo concertistico consolida la sua forma itinerante proponendo al pubblico dei programmi musicali che rispecchino, illuminino e attualizzino l’eredità culturale e naturale di monumenti e parchi fra i più belli d’Italia. Per la Lombardia magici scenari dove ascoltare le straordinarie esecuzioni de I Solisti Veneti diretti dal maestro Giuliano Carella saranno Villa Panza a Varese, Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno, Villa Necchi Campiglio a Milano, Palazzo e Giardini Moroni a Bergamo e per il Piemonte Castello e Parco di Masino a Caravino (Torino). Una tournée che si aprirà il 31 agosto per chiudersi il 19 settembre all’insegna della grande musica. In caso di maltempo i concerti all’aperto (Varese, Casalzuigno e Bergamo) si terranno ugualmente, offrendo ospitalità al pubblico all’interno o nelle vicinanze dei Beni scelti per la serata.

Fantasia scatenata: “L’estro armonico” a Villa Panza

Nei Beni Fai dell’Insubria il primo appuntamento è per domani, giovedì 31 agosto, alle 21 a Villa Panza quando I Solisti Veneti proporranno al pubblico l’esecuzione integrale dell’opera magistrale di Antonio Vivaldi: “L’estro armonico”. In questa prima serata verranno eseguiti i concerti del primo libro. «Quest’opera – ha dichiarato Carella – fa parte della storia della musica ma anche della storia di questa orchestra che negli anni l’ha portata nelle sale, nei negozi di dischi, nelle radio e televisioni di tutto il mondo».
Come ebbe a scrivere il maestro Claudio Scimone, “l’Opera Terza ‘L’estro armonico’ di Antonio Vivaldi (pubblicata ad Amsterdam dal famoso stampatore francese Estienne Roger nel 1710/11) è la sua prima raccolta di concerti strumentali ed è uno di quei grandiosi capolavori a segnare una svolta radicale nella storia della musica, imprimendole un radicale nuovo corso. Portando a compiuta affermazione una forma musicale veneziana, il concerto solistico in tre tempi (talora con un’introduzione) che dominerà la storia della musica fino ai giorni nostri”. Sottolineava ancora Scimone che “per un veneto la parola estro significa ‘fantasia accesa’, così per Vivaldi ‘estro armonico’ stava a sancire una ‘fantasia scatenata nella materia musicale’”.

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Omaggio al maestro Claudio Scimone a Villa Della Porta Bozzolo

Seguirà l’appuntamento di Villa Della Porta Bozzolo, in programma mercoledì 6 settembre sempre alle 21, dove I Solisti Veneti renderanno omaggio al loro fondatore Claudio Scimone, direttore conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, in occasione dei cinque anni dalla scomparsa. Carella dirigerà un concerto con tre opere amate dal maestro e che da sempre hanno fatto parte della storia de I Solisti Veneti, conosciuti in tutto il mondo non solo per la riscoperta dei grandi compositori veneziani, ma anche per l’esecuzione dei capolavori della letteratura per archi che va dal Seicento al Novecento.
In programma il Ricercar a 6 dalla “Musicalisches Opfer” BWV 1079 di Bach, il Sestetto per archi dall’opera “Capriccio” di Richard Strauss e, in chiusura, lo splendido Sestetto op. 4 “Verklärte Nacht”, composizione tonale di Schönberg di struggente bellezza e rara esecuzione.
Ricercar a 6 è un magistrale lavoro bachiano, una tra le più elaborate fughe scritte da Bach: la chiarezza formale e la levigata soavità del suono ne fanno uno dei momenti più alti della musica polifonica, come sostiene Karl Geiringer nel suo pregevole libro sulla dinastia della famiglia Bach. In sostanza, l’Offerta musicale – è sempre il pensiero di Geiringer – appare l’opera di un maestro intento a trarre le conclusioni non soltanto delle esperienze della sua vita, ma, ben oltre, quella di un’intera età. In una forma compatta e monumentale, l’Offerta presenta l’ultimo compendio del pensiero musicale di tre secoli.
Cuore centrale del programma da “Capriccio”, sestetto per archi di Strauss. Questo brano, un Andante dalla struttura tripartita composta da un elegante tema iniziale, una piccola sezione centrale di carattere contrastante e impetuoso e, infine, lo sviluppo del tema, presenta una sonorità intima e soave che contrasta con le imponenti masse orchestrali tipiche dell’artista. “Capriccio”, definita dal suo autore “conversazione per musica in un atto” e la cui trama si basa sulla contrapposizione tra poesia e musica, è l’ultima opera del compositore tedesco che vedrà la sua prima alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera.
A chiudere sarà la celeberrima “Verklärte Nacht” (Notte trasfigurata), sestetto op. 4 per archi di Arnold Schönberg, prima grande composizione strumentale e primo vero traguardo compositivo di un autore ventiquattrenne e sostanzialmente autodidatta. Questa esecuzione ci porta ad Amburgo. Qui visse infatti Richard Dehmel (1863-1920), poeta tra i più stimati in Germania. Le sue poesie sono state musicate, tra gli altri, da Strauss, Pfitzner, Alma Mahler-Werfel, Korngold, e Webern. Ed è appunto una sua poesia, tratta dalla raccolta “Weib und Welt” (“Donna e mondo”, 1896), che ispirò “Verklärte Nacht”: Schönberg compose il suo sestetto d’archi nell’autunno del 1899. L’opera, che prende avvio da una tecnica di sviluppo della variazione brahmsiana, si divide in cinque sezioni: la prima, terza e quinta descrivono il cammino della coppia nella notte di luna mentre la seconda si riferisce alla confessione della donna (confessa di portare in grembo il figlio di un altro) e la quarta alla risposta piena d’amore dell’uomo: “Il figlio che hai concepito / non sia di peso all’anima tua: guarda com’è chiaro e lucente l’universo!”.

“L’estro armonico” e il solista unico

Si tornerà quindi a Villa Panza venerdì 15 con I Solisti Veneti diretti che alle 21 chiuderanno l’integrale de “L’estro armonico” di Vivaldi con l’esecuzione del secondo libro. “L’estro armonico ci mostra in modo evidente l’affermazione del solista unico, si stacca dalla forma del concerto grosso passando per quattro volte consecutive da un concerto per quattro violini a un concerto per due violini (con o senza violoncello solista) e, finalmente, al concerto con un solo violino solista. È una progressione trionfale che il Prete Rosso, sommo violinista, costruisce con una sapienza architettonica che non impedisce alla potenza creativa e al senso teatrale di un compositore ormai nel pieno dei suoi mezzi (ha appena passato la trentina) di cercare espressioni sempre diverse e colori strumentali di una varietà incredibile. Vivaldi compone sotto l’influenza dei capolavori pittorici che lo circondavano, aveva accanto le opere di Tintoretto, Tiziano, Tiepolo, Veronese e, ancora più vicino a lui, di Canaletto (che avrebbe in seguito creato scenografie per le sue opere). Da un piccolo gruppo di archi riesce a ottenere una ricchezza e una varietà di colori superiore a quelle che i compositori dei secoli seguenti otterranno da intere orchestre”.

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