Varese, i giovani della Lega scrivono a Conte: «Più soldi per la Next generation»

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VARESE – I giovani amministratori della Lega della provincia di Varese, insieme ad altri quattrocento, chiedono al governo più fondi per l’occupazione. «Il Piano di ripresa e resilienza, presentato in questi giorni dal governo, attribuisce risorse limitate per incentivare l’occupazione giovanile. Il Presidente Conte incontri i rappresentanti delle tante associazioni e realtà giovanili».

Questo, in estrema sintesi, è quanto traspare dal testo della lettera indirizzata al Presidente del Consiglio e sottoscritta da oltre 400 giovani amministratori leghisti provenienti da tutta Italia. Tanti i consiglieri, gli assessori e i sindaci capitanati dal Coordinatore Federale della Lega Giovani Luca Toccalini; tra questi, dieci vengono dalle piccole e dalle grandi realtà cittadine della nostra provincia. Si tratta dell’assessore Andrea Zibetti (Gallarate) e dei consiglieri Martina Barcaro (Somma Lombardo), Cristine Grosso (Solbiate Arno), Matteo Guarnieri (Busto Arsizio), Riccardo Francesco Guzzetti (Saronno), Fabio Marchiori (Tradate), Federico Martegani (Tradate), Nicholas Pavanello (Biandronno), Nicolò Postizzi (Gallarate), Federico Terreni (Gorla Maggiore).

«Secondo L’ISTAT, il dato italiano sull’occupazione giovanile è il terzo peggiore d’Europa – ha commentato Riccardo Francesco Guzzetti, Coordinatore della Lega Giovani di Varese – e anche la nostra provincia, dotata in passato di una fortissima attrattiva lavorativa per tutto il paese, paga a tutt’oggi gli effetti della forte recessione e successiva stagnazione conseguente alla crisi del 2008. Non è sicuramente un orizzonte incoraggiante per un diplomato o un neolaureato. Ci aspettavamo, come giovani amministratori che vivono in prima persona questa situazione, un coinvolgimento almeno mediato nell’elaborazione di politiche che influiranno in maniera così significativa sul nostro prossimo futuro. Ciò non è avvenuto, e, per tale motivo, abbiamo ritenuto opportuno esporre le nostre perplessità in questa lettera, senza alcun intento polemico, ma consapevoli che come giovani abbiamo il diritto di far sentire la nostra voce».

La lettera

Egregio Presidente Conte,

come Segretario della Lega Giovani, movimento rappresentato da 7mila ragazzi e oltre 1.000
amministratori nei Comuni, nelle Provincie e nelle Regioni di tutta Italia, sento il dovere di scriverLe queste brevi righe spinto dall’esigenza di sollevare dei legittimi dubbi sull’esigua percentuale di fondi destinati ai giovani all’interno del Recovery Fund.

Negli ultimi giorni abbiamo assistito a decine di dichiarazioni, iniziative, comunicati stampa, campagne
social, riflessioni e analisi sull’inconsistente percentuale di fondi destinati alla realtà economica e sociale dei giovani italiani. Penso, ad esempio, ai movimenti Visionary e Officine, di certo non ascrivibili al mondo della Lega Giovani. Nelle ultime ore, inoltre, sono stati diversi gli amministratori locali che si sono uniti al grido d’allarme, primo tra tutti il coordinatore di ANCI Giovani.

Gli ultimi dati dell’Istat di novembre sono drammatici: la disoccupazione giovanile ha raggiunto quota 30%. Non investire ora sui giovani significherebbe lasciare una ferita aperta nel Paese. Come apprendiamo dalle linee di indirizzo contenute nell’ultima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “Next Generation Italia”, all’interno del paragrafo dedicato ai Giovani si parla di digitalizzazione e innovazione, sostenibilità ambientale ed inclusione sociale. Si parla di interventi mirati per costruire importanti ricadute occupazionali a favore dei giovani grazie allo sviluppo di nuovi settori e opportunità.

Un’analisi che a prima lettura ci sembra vaga, comunque approssimativa, e che elude l’argomento cardine intorno al quale il Governo avrebbe dovuto studiare un uso massiccio del Recovery fund: il Lavoro. E proprio nella Missione 5, nel paragrafo dedicato alle politiche per il lavoro, si apprende che le risorse complessive per quest’argomento sarebbero pari a 6,7 miliardi. Così almeno ha ipotizzato il Suo Governo. Risorse inferiori a tanti altri capitoli di spesa decisamente meno strategici per la ripresa economica del tessuto sociale italiano.

Ora più che mai la politica italiana ha la necessità di condividere e discutere le scelte strategiche per la
ripartenza economica: non è accettabile che solo l’1% dei fondi del Recovery Fund sia destinato ai giovani. Chiediamo al Governo un’attenzione maggiore, un uso massiccio del Next Generation per la lotta alla disoccupazione giovanile. Con queste premesse, sento il dovere di chiederLe un incontro con i rappresentanti delle realtà giovanili, politiche, associative, di categoria, sindacali e dei giovani amministratori di tutta la nazione, insieme ad un delegato del Governo. Un incontro che consenta a tutte le realtà sopracitate di esporre i desideri, le paure, le speranze, di una generazione che avrà da sostenere sulle proprie spalle il debito del Next Generation. Un nome sicuramente scelto non a caso».

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