Alla Festa del Rugby la pioggia non ferma i Punkreas: «Varese terra di rock»

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VARESE«Mai come questa sera si può dire: “Piove, governo ladro”». Protagonisti ieri, venerdì 9 giugno, del secondo appuntamento con la Festa del Rugby di Varese, sono stati i Punkreas, costretti a sorpresa a interrompere il loro set e abbandonare la strumentazione – «Ci hanno detto che stiamo per morire» – per la pioggia troppo fitta che stava cadendo. Ma nonostante le intemperie, che fortunatamente non hanno insistito con la loro furia, la band punk di Parabiago è riuscita a riconquistare il palco per far ascoltare al pubblico accorso a Giubiano i pezzi di “Electric Déjà-Vu”, nuovo disco uscito a fine marzo.

“Tutti in pista” prima di interrompere

Sono stati proprio le nuove canzoni “Le mani in alto” e “Battaglia persa” ad aprire le danze, opera completata – «Adesso si salta», ha annunciato il chitarrista Noyse – dal pogo di “Voglio armarmi”. «Vi vogliamo bollenti per scacciare il maltempo: se create tanto calore arriva l’anticiclone e manda via la pioggia», ha incitato i presenti il frontman Cippa. E «vi vogliamo fertili come vulcani» è stata l’esortazione della band, che ha quindi eseguito l’omonimo brano. A nulla però sono servite esortazioni o minacce – «chi va via non è di Varese, è di Cantù» – perché l’intensificarsi delle gocce d’acqua e la progressiva copertura di cavi elettrici e amplificatori parlavano già da soli: i cinque hanno quindi chiuso il concerto, non prima di suonare “Déjà-Vu”, title track dell’ultima fatica, e “Tutti in pista”, «per mandare via il nero che c’è in Italia».

Casa del Disco e Valganna

«Pensate di farcela? Sì, sono tutti ubriachi»: il ritorno in scena del gruppo, che si è accertato del morale degli spettatori, è avvenuto verso le 23 con il pensiero rivolto alla mitica Casa del Disco e ad altre esperienze – alla Valganna è stata dedicata “La canzone del bosco” – in terra varesina: «Ti ricordi quando andavamo sempre lì a portare i nostri dischi nello zaino? A un certo punto il titolare ci disse: “Ragazzi, ne state vendendo troppi: dovete aprire una società”. Siamo esaminati: siamo “Sotto esame”». Dopo “Salta” sono arrivate “Dai Dai Dai (Die Die Die)” e il secondo singolo “Tempi distorti”, un momento per bacchettare con ironia le nuove generazioni: «Ma questi non si fanno neanche le canne, non sanno che cosa sia un chilum. E non vanno ai concerti dal vivo». Ma a fronte del boato in risposta a «Quanti di voi si ricordano di Radio Lupo Solitario? E del Nautilus?», Cippa, che ha attaccato con “Disgusto totale”, non ha potuto che ammettere: «Questa è terra di rock».

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Le parole del Dalai Lama

In occasione di “Acá toro” e “Sosta” dal bassista Paletta non è stato risparmiato neanche il Dalai Lama: «Bambine e bambini, come lui disse, “per avere successo nella vita bisogna odiare i prepotenti”: succhiami la lingua!». Annunciato da un cupo suono di sirene, la band ha quindi eseguito un altro estratto dall’ultimo album, il punk-hardcore antimilitarista “I signori della guerra”, seguita dal classico “Falsi preoccupati”. Il leader spirituale del Tibet è stato ancora chiamato in causa da Noyse con un’altra “massima” – «“Irish, birra e rugby, per me è il trittico perfetto”» – per introdurre “Modena-Milano”, brano creato insieme ai Modena City Ramblers che richiama il folk dell’Isola di Smeraldo. «Non c’è abbastanza casino: fate in modo che vi sentano anche il sindaco, che vi sentano fino in Comune”, hanno salutato i Punkreas, lasciando il posto al dj set di Cusa, con il gran finale a base di invasione di palco da parte del pubblico, “Vicino” e “Canapa”.

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