VISTO&RIVISTO Il Batman di Pattinson, un inguaribile sognatore ma nulla di più

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di Andrea Minchella

VISTO

THE BATMAN, di Matt Reeves (Stati Uniti 2022, 176 min.).
Dopo Nolan il nulla. Più o meno. Grande attesa per il ritorno di Batman inteso come protagonista assoluto di un film. Dopo le quattro “accozzaglie” targate “DC Comics” in cui l’uomo pipistrello era interpretato da Ben Affleck, gli appassionati di Batman hanno atteso e sperato nell’ultimo progetto targato Warner Bros. E così, dopo 2 anni di ritardi dovuti al Covid, finalmente il “The Batman” firmato da Matt Reeves è arrivato nelle sale. Il protagonista, Robert Pattinson, aveva fatto storcere il naso a parecchi affezionati che, distrutti emotivamente dall’interpretazione di Ben Affleck, avevano addirittura rimpianto le deludenti “performances” di George Clooney e di Val Kilmer.

Ed invece la scelta del protagonista, insieme ad altri due o tre elementi che rendono la pellicola discretamente accettabile, sembra essere stata una giusta ed originale scelta da parte del regista di questo ipotetico ottavo capitolo della saga di Batman “solo”. Pattinson, infatti, diventa una sorta di orologio al contrario per un personaggio che, pur non avendo età, si posiziona sempre nella caratterizzazione di un uomo maturo. L’ex vampiro di “Twilight”, invece, trasforma l’uomo mascherato in un ragazzo cresciuto che sa ancora relazionarsi con un pubblico giovane e giovanissimo.

Il film appare comunque troppo lungo e molto più semplice della sovrastruttura che Reeves gli ha costruito attorno. La storia, il “plot”, si sviluppa in pochissime righe. Tutto il resto è articolato da una sceneggiatura non sempre fresca e moderna, e da tre macro vicende che si intrecciano senza però lasciarci stravolti più di tanto. Se cancelliamo dalla memoria le sfortunate avventure del “Batman” di Ben Affleck, che si ritrovava a dividere il palcoscenico con una sfilza eterogenea di personaggi della scuderia “DC”, la trilogia di Christopher Nolan, il cui ultimo capitolo “The Dark Knight Rises” risale a dieci anni fa, rimane una sorta di pietra miliare che rende difficilissimo ogni tentativo di mettere mano all’eroe di Gotham City. Le sfumature e l’angoscia che avvolgevano gli spettatori dei “Batman” interpretati dal potentissimo Christian Bale hanno trasformato per sempre l’icona dell’uomo pipistrello e delle sue vicende.

Nolan era riuscito a rielaborare un mito della cultura “pop” americana in un simbolo universale di un’umanità complessa e sempre bersaglio di violenza, corruzione e soprusi. Nolan aveva trasformato un personaggio dei fumetti in una figura umana piena di speranza e carica di umanità. Il “Batman” di Pattinson cerca di seguire le orme del regista inglese, ma non riesce completamente nell’impresa. Ottima la costruzione scenica, ottima la colonna sonora. Lascia senza fiato Gotham livida e silenziosa avvolta dagli accordi sporchi e distorti di “Something in the Way” dei Nirvana. La fotografia rende abbastanza angosciante la narrazione che si dipana tra le strade di una Gotham che ricorda molto la città anonima del bellissimo “Joker” di Todd Phillips con lo schizofrenico Joaquin Phoenix.

La macchina di Batman sembra arrivare da “Mad Max” o dagli infiniti “Fast and Furious”. I “gingilli” alla “James Bond” sono scomparsi quasi tutti a favore di una corporalità deflagrante come era quella di Batman/Bale. Oltre al Penguin/Farrel e al mafioso Falcone (potevano scegliere un altro nome!) interpretato da John Turturro, il “cattivo” Paul Dano, l’enigmista, sembra venire fuori dalle note della canzone di Kurt Cobain. Dano è certamente un altro aspetto vincente di questo “The Batman”. L’uomo pipistrello di questa pellicola sembra troppo sognatore e mansueto. La sua giovinezza si scontra con la sua speranza di un futuro migliore. La sua “innocenza” da ragazzo “puro” fa infatuare la “Catwoman/Zoe Kravitz” i cui tratti si perdono in una caratterizzazione del personaggio poco convincente. Da vedere certamente ma evitando in alcun modo confronti con altre pellicole meglio riuscite e più strutturate.

***

RIVISTO

BATMAN, di Tim Burton (Stati Uniti 1989, 126 min.).
Burton riesce a trasformare un fumetto antico e impolverato in una delle rivelazioni più sorprendenti del cinema americano degli anni novanta. Una sceneggiatura esplosiva, una scenografia mozzafiato e un cast perfetto e capace rendono il “Batman” di Burton un’opera “pop” che, seppur datato, racchiude in se tutti i canoni drammaturgici che ritroveremo spesso nei capitoli successivi e, in generale, in parecchi film in cui i super eroi sono protagonisti. Una pietra miliare del cinema americano moderno.

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