VISTO&RIVISTO Miele, lacrime, risatina, un gatto. Agitare bene prima dell’uso

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di Andrea Minchella

VISTO

NON COSI’ VICINO, di Marc Forster (A Man Called Otto, Stati Uniti- Svezia 2022, 126 min.).

Un’operazione per certi versi inutile. Perché il bel romanzo “L’Uomo che Metteva In Ordine Il Mondo” dello svedese Fredrick Backman era già stato trasformato in un film nel 2015 dal regista svedese Hannes Holm. “Mr Ove” è un interessante miscela di stili il cui protagonista è uno scorbutico anziano il cui passato lo ha reso tanto spigoloso e antipatico al vicinato. Il film di Holm è un’intelligente rielaborazione di un romanzo inedito ed egregiamente scritto. “Non Così Vicino” sembra prendere parecchi spunti stilistici e narrativi dal film di Holm più tosto che dal romanzo di Backman. E questo è probabilmente uno dei motivi che rende il film interpretato e prodotto da Tom Hanks fragile e, probabilmente, inutile.

Otto, interpretato da un magro ed emaciato Tom Hanks, è un signore appena andato in pensione che vive, solo, in uno dei tanti quartieri semi residenziali della provincia americana. La sua giornata è impegnata a compiere continue ronde nel complesso di case dove vive per controllare che tutti seguano le regole “di buon vicinato”. Il suo carattere scorbutico e quasi paranoico lo rende antipatico e insopportabile. Vive solo e, appena si congeda definitivamente dal suo lavoro, decide di volersi suicidare. Ogni suo tentativo viene però interrotto o si trasforma in un vano e quasi ridicolo tentativo.

L’arrivo nel quartiere di una rumorosa, simpatica e numerosa famiglia cambia i piani del citrico Otto. La nuova arrivata Marisol, mamma di due figli e di uno in arrivo, moglie dell’inetto ma affettuoso Tommy, riuscirà a scalfire il gelido, apparentemente, cuore di Otto, convincendolo involontariamente a desistere dalla sua decisione di suicidarsi. La vicinanza di Marisol e della sua famiglia all’anziano Hanks riscalderà la vita di Otto e della pellicola che Forster ha utilizzato per girare questo film. Infatti addentrandoci nella vicenda, conosciamo sempre più il protagonista e, inevitabilmente, riusciamo a capire le motivazioni del perché il suo carattere sia tanto arido e scontroso. Il passato dell’uomo, fatto di dolori, sofferenze e di una scomparsa prematura, hanno trasformato irrimediabilmente l’anima gentile di Otto. Il presente raccontato dal film è come un pezzo di ghiaccio che lentamente si scioglie a favore di un calore che è in grado di scalfire anche i cuori più rigidi.

Marc Forster che ha affrontato diversi (troppi) generi cinematografici, ha deciso di realizzare un racconto, già dipinto in maniera originale e sincera nella fredda Svezia, sradicando le radici e le ragioni di quella storia innestandole in una banale e stucchevole realtà di provincia residenziale americana. Il risultato è sconcertante e retorico. Si ridacchia davanti le fobie di un uomo che ha perso tutto. Ci si commuove in una sorta di analisi collettiva in cui tutti ci sentiamo colpevoli perché anche noi, sicuramente, quando incontriamo qualcuno come Otto reagiamo male senza chiederci perché una persona può comportarsi così. Ma non basta. Forster, che comunque è capace di usare la macchina da presa, decide di non fare nessuno sforzo e di lasciare il compito più gravoso al bravo Tom Hanks che, comunque, riesce a dare a Otto un corpo, una voce ed un’anima convincenti ed efficaci.

Anche gli altri attori sono bravi e rendono la narrazione un po’ meno traumatica. Ma l’impianto centrale del progetto è completamente inefficace e carico di retorica e buonismo che stride con il mondo violentemente sordo ed esclusivo in cui abbiamo deciso di vivere. Sembra che l’unica speranza vera in cui un uomo può credere sia la morte. A parte qualche sporadico momento di complicità che puoi avere con un immaginario vicino di casa che decide, contro ogni legge della fisica, della chimica, o in barba a qualsiasi teoria di antropologia, di accorgersi di te e della tua anima complicata e delicata.

I “flashback” del passato di Otto ci forniscono chiaramente le ragioni dei comportamenti di Otto nel presente. Ma non ci danno la possibilità di elaborare sinceramente un’analisi chiara sul dolore che spesso è in grado di sovvertire qualsiasi canone di un’esistenza di un uomo. Peccato.

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RIVISTO

UN AMICO STRAORDINARIO, di Marielle Helle (A Beautiful Day In The Neighborhood, Stati Uniti 2019, 107 min.).

Un Tom Hanks intenso e camaleontico. La vera storia di Fred Rogers diventa una preziosa occasione di conoscere una persona gentile come non ne esistono più. La funzione pedagogica della televisione americana degli anni settanta ed ottanta passa attraverso la complessa e iconografica persona di Fred che regalò ai bambini americani un sogno ed una speranza di un mondo felice basato sull’amicizia e sull’onestà. Film commovente e, appunto, pedagogico.

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