VISTO&RIVISTO Non esiste solo il calcio. Per fortuna

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di Andrea Minchella

VISTO

RACE FOR GLORY: AUDI VS LANCIA, di Stefano Mordini (Italia- Regno Unito 2024, 107 min.).

Un progetto vincente. Un film ben fatto che, senza enormi pretese, riesce ad intrattenere e divertire per quasi due ore. Il bravo Mordini si presta ad un racconto lineare, a volte troppo, di una vicenda epica che non ha nulla da invidiare alle memorabili partite di calcio del passato. I motori hanno da sempre riempito le gesta di parecchi italiani che grazie al loro intuito, alla loro follia e alla loro ossessione sono riusciti spesso a mettere in seria difficoltà lo strapotere di colossi che spesso hanno dominato gare, campionati e classifiche delle mille varianti di manifestazioni in cui un’auto o una moto erano le protagoniste.

La vicenda di Cesare Fiorio e della sua ostinazione durante il campionato mondiale di Rally del 1983 diventa epica leggendaria perfettamente adatta ad essere narrata in un film. Se poi il regista riesce a fare un uso limitatissimo del computer a favore di sequenze “dal vivo”, allora il risultato è davvero interessante. Poco importa se la sceneggiatura segue una linea abbastanza prevedibile della grammatica “statunitense” di narrazioni di questo genere. La realizzazione composta e ordinata della pellicola trasforma un’impresa impossibile e affascinante in un racconto equilibrato e “gentile” in cui lo spettatore assiste ad una chiara esposizione dei fatti. Il montaggio, il sonoro, la fotografia e le scenografie compongono insieme un prodotto di buona qualità che cristallizza perfettamente la storia e i suoi protagonisti.

Cesare Fiorio, qui interpretato da un poliedrico e capace Riccardo Scamarcio, impersona la rara capacità di un uomo di credere oltre ogni limite nella vittoria come unica possibilità in una competizione. Qui Fiorio viene ritratto come un uomo del passato, capace di trasformare un sicuro insuccesso, sulla carta, in un’occasione unica di schiacciare il colosso Audi in un campionato tanto grezzo quanto affascinante come era quello del rally. L’ingegnere Lancia aveva capito che l’ingegno e la passione avrebbero potuto far vincere una macchina, la leggendaria 037, anche se, a differenza dell’Audi quattro, non aveva tutte e quattro le ruote motrici.

I dettagli tecnici, di cui comunque Mordini fa un resoconto puntuale e facilmente comprensibile, diventano delle sfide che Fiorio intende superare grazie all’istinto che già lo aveva reso un uomo degno dell’attenzione dell’Avvocato, qui interpretato da suo nipote Lapo. in quegli anni le competizioni sportive, non solo di Formula 1, erano un’importante cassa di risonanza per le case automobilistiche che intendevano legare i propri marchi a vittorie in gare che appassionavano milioni di persone in tutto il mondo. Se la Formula 1 era un sport “pulito” e“nobile”, in cui la Ferrari dava spesso del filo da torcere agli altri partecipanti, il rally era un mondo, più sporco e popolare, in cui più facilmente la vettura intesa come “di serie” poteva avere maggior esposizione tanto da influenzare considerevolmente le vendite di un modello specifico. Dunque la battaglia che Fiorio intraprese contro la “corazzata” Audi non aveva solo un sapore sportivo, ma diventò presto una serrata competizione tra modi di intendere l’auto e visioni sul mondo futuro dei motori.

Mordini dunque realizza una pellicola necessaria perché piace non solo ai veri appassionati di motori, ma anche a tutti quelli che rimangono affascinati dalle gesta eroiche degli uomini che hanno reso grande l’Italia in battaglie che sulla carta erano impossibili da combattere. La tecnologia è nulla senza le persone. Questo “mantra” ha sempre trasformato l’ingegneria italiana nella migliore del mondo. L’automobile, come altri elementi, è stata spesso l’emblema dello stile unico e della potenza imbattibile. E questa vicenda, giustamente raccontata, si aggiunge alle migliaia di storie fatte di uomini e della loro ostinata ossessione che hanno saputo trasformare le debolezze e le difficoltà in punti di forza e momenti di riscatto.
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RIVISTO

RUSH, di Ron Howard (Regno Unito- Germania- Stati Uniti 2013, 123 min.).

Un duello leggendario che ha infuocato la Formula 1 del passato. Ron Howard decide di raccontare una storia che va oltre la competizione sportiva. La ragione che si scontra con l’istinto. L’ossessione della perfezione in contrapposizione con la sregolatezza.

Una pellicola ben fatta forse troppo piena di ricostruzioni grafiche al computer che compromettono la veridicità della narrazione. Comunque da vedere.

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