Vuelta, a Sierra Nevada vince Arensman. Roglic s’avvicina un po’ a Evenepoel

SIERRA NEVADA – La tappa regina della Vuelta a España 2022 parla olandese: Thymen Arensman (DSM) macina prima di tutti i 152,6 chilometri che hanno portato ai 2512 metri slm della Hoya de la Mora, “Cima Fernandez” di questa corsa! Completano il podio Enric Mas (Movistar) e Miguel Angel Lopez (Astana) che si spartiscono il resto del podio in volatina di coppia. Secondo successo in carriera per il quasi 23enne dei Paesi Bassi, che si rifà così della “fuga abortita” di domenica scorsa. Primoz Roglic sprinta sul finire e si prende altri 15 secondi su Remco Evenepoel.

La tappa

La 15^ frazione della Vuelta parte all’una e un quarto da Martos e si configura subito con una serie di attacchi furenti per aggiudicarsi l’azione che può portare alla gloria. Il fugone di ventinove uomini si forma alle pendici del primo Gran Premio della Montagna (Puerto del Castillo, cat.3) ed è composto nientemeno da: Jai Hindley (Bora Hansgrohe), Lawson Craddock (Bike Exchange), Ruben Fernandez (Cofidis), Elie Gesbert (Arkea Samsic), Omer Goldstein (Israel Premier Tech), Nicolas Prodhomme (Ag2r Citroen), Xabier Azparren (Euskaltel), Thymen Arensman (DSM), Louis Meintjes (Intermarché Wanty Gobert), Richard Carapaz (Ineos), Nelson Oliveira (Movistar), Marc Soler e Brandon McNulty (UAE), Fausto Masnada e Louis Vervaeke (Quick Step), Gino Mader e Fred Wright (Bahrain Victorious), Sebastien Reichenbach e Rudy Molard (Groupama FDJ), David De la Cruz e Vincenzo Nibali (Astana), Sam Oomen e Rohan Dennis (Jumbo Visma), Rigoberto Uran e Hugh Carthy (EF), Jay Vine (Alpecin, maglia a pois) e il compagno Xandro Meurisse, Mads Pedersen (maglia verde, Trek Segafredo) e il compagno Antonio Tiberi.

Una schiera di battistrada che stuzzica l’eccitazione degli appassionati, a cui però fa da contraltare la notizia del ritiro di Domenico Pozzovivo: il lucano dell’Intermarché era il miglior italiano in classifica. Ora il nostro connazionale meglio piazzato è il sorprendente Edoardo Zambanini della Bahrain.

Tornando alla gara: Vine va a prendersi il GPM, al km 73 sulla scia di una lunga discesa se ne va in solitaria Craddock e, alle sue spalle una ventina di chilometri più tardi, Pedersen si prende 17 ulteriori punti. Il distacco del plotone tocca intanto i 6 minuti, allora l’Ag2r Citroen si unisce alla Quick Step nel fare l’andatura: la corsa “vera” inizia adesso e c’è da difendere la top-10 generale di Ben O’Connor…

Sull’Alto del Purche, la Jumbo Visma decide di fare sul serio e nel gruppo principale restano solamente i big, qualche gregario e gli scalatori puri. Nel fugone perdono contatto uno dopo l’altro quindici uomini: Pedersen, Goldstein, Azparren, Nibali, Carthy, Oliveira, Molard, Oomen, Gesbert, Fernandez, Meurisse, Dennis, McNulty, Wright e Prodhomme. A 1500 metri dallo scollinamento Vine fa un numero e va ad acciuffare Craddock per prendersi i 10 punti del GPM.

Seguono 14 chilometri in picchiata, dopodiché si stagliano le spire infernali della Sierra Nevada: 28 chilometri di ascesa finale, con picchi del 18% nella prima metà. Masnada è il primo a cedere, e una successiva caduta gli impedisce di mettersi al lavoro per Evenepoel. Ai -22 ecco l’iniziativa: Marc Soler stacca tutti di netto e si lascia alle spalle un nugolo di ex compari d’avventura che via via si sfilano. Tiberi, Craddock, Vervaeke, Reichenbach, Mader e Carapaz, che dunque non dà la caccia al tris personale… nel mentre l’ex fuggitivo Oomen fa un ultimo grande sforzo lanciando la sfiammata in cima al gruppetto principale e lascia solamente Evenepoel, Mas, Roglic, Lopez e O’Connor, insieme a Vervaeke: si rivela azzeccata la tattica del “doppio fuggitivo” della Quick Step, dato che nel frangente decisivo Remco è l’unico uomo ad avere con sé un gregario.

Però è ancora infinita, infatti negli ultimi 10 km accade di tutto. Enric Mas e Miguel Angel Lopez attaccano poderosamente e trovano ad aiutarli De La Cruz, richiamato immediatamente ad aiutare Lopez. Intanto Soler inizia a faticare: Arensman saluta tutti ai -9, ai -7 prende lo spagnolo e si avvia solitario verso il secondo successo in carriera dopo la recente crono vittoriosa al Giro di Polonia.

Mas e Lopez riprendono tutti gli ex fuggitivi tranne Arensman: pochi metri alle loro spalle un ottimo Vine, si sparpagliano in mezzo alla bagarre degli arrivi dei big Hindley, Meintjes e Uran. Uno sparpaglio nel quale, peraltro, Juan Ayuso e Joao Almeida lasciano sul posto Carlo Rodriguez: Ayuso esagera e va pure a riprendere il gruppetto maglia rossa, scavalcando Rodriguez in classifica. Alla flamme rouge Roglic, in un sussulto d’orgoglio, preme sull’acceleratore e rosicchia ancora qualcosa a Evenepeol. Ma rischia di essere troppo poco, al termine di una seconda settimana che presentava asperità ancora più dure rispetto a quelle che ci aspettano nella terza.

Intanto, domani ultimo riposo e martedì si riprende con un arrivo per ruote veloci a Tomares.

Articolo a cura di Tuttobiciweb.it

ciclismo vuelta Arensman roglic – MALPENSA24