ZTL allargata, quante polemiche per il test a Busto. Sabba: «No a piazza Garibaldi pedonale»

BUSTO ARSIZIO – Il test delle pedonalizzazioni ha avuto un impatto choc in città. Fioccano le polemiche per gli intasamenti sui viali attorno al centro, le bacheche social grondano commenti lapidari e tra i commercianti inviperiti e preoccupati già si pensa a rilanciare petizioni e iniziative contro le ipotesi di allargamento della ZTL. Dalla maggioranza è Matteo Sabba (Lista Antonelli) l’unico ad esporsi: «Fare questo esperimento è stato un bene. Ha dimostrato che pedonalizzare piazza Garibaldi non si può. Io lo dico da dieci anni».

Il day after

Le automobili sono tornate regolarmente a circolare in piazza Garibaldi e piazza Trento e Trieste e il prato verde di via Cavallotti è tornato a lasciare spazio al transito e alla distesa di auto posteggiate. Ma il day after del test dell’allargamento della ZTL, la zona pedonale del centro di Busto, ha lasciato strascichi. Una giornata tosta, quella di giovedì, con le code che si sono riproposte anche nell’ora di punta della sera. Bollente per le telefonate degli automobilisti il centralino della polizia locale ai Molini Marzoli, ma anche quello dell’asilo Sant’Anna di piazza Trento e Trieste, con i genitori preoccupati. Anche sui social il termometro nei confronti del test è girato decisamente sul versante negativo: la battuta più quotata, e non serve ripeterla, è la celeberrima citazione di Fantozzi a commento del film “La corazzata Cotiomchin”. Sulle strade, nel florilegio di clacson e imprecazioni, qualcuno ad un certo punto, in viale Piemonte, nel pieno del serpentone di veicoli che si muoveva a passo d’uomo, è sceso dall’auto minacciando di non ripartire di fronte agli increduli agenti di polizia locale.

Polemiche per la corsa podistica

Oltre alla chiusura delle piazze, la polemica si è riversata anche sulla corsa podistica serale che ha imposto ulteriori restrizioni alla circolazione nella zona attorno al centro all’ora dell’aperitivo. «Ci ho impiegato più di mezz’ora in auto per venire in centro dalla zona del Tribunale – racconta un cittadino, Roberto Scalabrino – quando sono arrivato all’appuntamento dovevo già praticamente tornare indietro per non mancare l’impegno successivo. Dopo una giornata a lavorare ci costringono a stare rinchiusi in auto in coda senza alcun avvertimento. Vorrei capire chi ha avuto questa idea geniale di paralizzare tutto il traffico della città in un giorno lavorativo per una corsa podistica. Le facciano la domenica e nelle zone periferiche dove non danno fastidio a nessuno».

La coda in viale Piemonte

I dubbi di commercianti e residenti

Tra i commercianti serpeggia aria di rivolta. In via Bramante, rimasta chiusa per l’intera settimana della mobilità, c’è chi teme «l’effetto desertificazione che ha già colpito in passato via Roma, via Cardinal Tosi e piazza Vittorio Emanuele», che sono poi gli ultimi casi di allargamento della ZTL, mentre lo stop alle auto in piazza Trento e Trieste ha avuto l’effetto di svuotare via Cardinal Tosi e via Mazzini, la prima rimasta senza il suo “parcheggio” di riferimento, la seconda privata del flusso di auto in arrivo dalla piazza del Monumento ai Caduti. E aumenta la preoccupazione anche nei residenti di via Sant’Ambrogio e via Burigozzi, i “budelli” che raccolgono le auto da via Dante già dai tempi della chiusura parziale di piazza Santa Maria: strade che considerano «inadeguate al flusso di traffico che sopportano», a maggior ragione ora che sulla curva c’è un ponteggio che restringe la carreggiata.

Le ipotesi di pedonalizzazione

In tutto questo bailamme di reazioni, resta la consapevolezza di un test effettivamente impattante, di cui è consapevole per primo lo stesso assessore alla mobilità Salvatore Loschiavo. In passato, infatti, le ipotesi di pedonalizzazione delle piazze comportavano sempre il mantenimento di un passaggio per le auto: in piazza Garibaldi l’idea avanzata dall’allora assessore leghista Ivo Azzimonti prevedeva di mantenere il transito da via Galilei verso via Fratelli d’Italia, da un lato, e da via Daniele Crespi a corso XX Settembre, dall’altro, mentre in piazza Trento e Trieste si ragiona da anni sulla semi-pedonalizzazione sul lato dei poetici, lasciando il doppio senso di marcia sul lato del liceo e dell’asilo.

Sabba: «Le auto restino in Garibaldi»

Considerazioni da cui parte anche il ragionamento di Matteo Sabba, consigliere comunale della Lista Antonelli (come l’assessore Loschiavo) e unico politico ad intervenire dopo il test della settimana della mobilità: «È dal 2012 che ripeto che è una follia pensare a piazza Garibaldi pedonalizzata. È una valvola di sfogo del centro e, per come è concepita la viabilità a Busto è fondamentale che venga mantenuta aperta alla circolazione e alla sosta delle auto. Allo stesso modo per piazza Trento e Trieste la semipedonalizzazione, e non la chiusura totale al traffico, è l’ideale, mentre si deve andare verso l’inversione del senso di marcia in via Montebello, che sta morendo e si porta dietro la crisi di piazza Vittorio Emanuele. È giusto che si facciano questi test: giovedì la sperimentazione ha confermato che l’idea di piazza Garibaldi pedonale è il frutto di una concezione sbagliata della città. Ora ben venga il Pums, un piano partecipato, per andare a ridisegnare la mobilità del centro in modo sensato».

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