Busto, monsignor Pagani sprona la politica locale: «Più aiuto per i bisognosi»

busto monsignor pagani

BUSTO ARSIZIO – «La società civile e l’amministrazione pubblica di Busto Arsizio devono prendere coraggio e investire in una nuova e più efficace assistenza sociale». Nel silenzio di una basilica di San Giovanni gremita, con il sindaco Emanuele Antonelli e buona parte della sua giunta in prima fila, monsignor Severino Pagani, prevosto di Busto, sposta d’un tratto l’attenzione tutta su qualcosa di diverso.

Una politica più decisa sull’assistenza sociale

L’occasione è quella del Te Deum, funzione celebrata alle 18.30 di oggi, martedì 31 dicembre, e come sempre partecipatissima «E per questo ringrazio la città intera», ha detto il prevosto. Attenzione, si diceva, concentrata, sul fronte amministrativo, in queste ore di bilanci e futuri impegni, sul fiorire di nuove opere pubbliche. Necessarie per la città, naturalmente, ma che, forse, rappresentano quel pane di cui solo l’uomo non può vivere. Monsignore si è concentrato sul significato di elemosina: «Elemosina è la pietà di Dio per noi – ha detto -. In qualche modo possiamo asserire che la venuta di Gesù è l’elemosina del Padre verso di noi. Così ci ha dimostrato la nostra pietà». E tornando su un tema che nei giorni scorsi ha tenuto banco, il prevosto ha preso una posizione netta: «L’elemosina è sempre necessaria. Difficile da gestire, difficile da abbracciare, ma sempre necessaria. Certo i poveri ci fanno arrabbiare, i poveri ci imbrogliano, ci danno fastidio, qualche volta ci ingannano. Noi – ha detto monsignor Pagani – Dobbiamo saper comunque abbracciare questo aspetto della carità cristiana. Che però da solo non traduce la carità nella sua interezza. L’elemosina da sola non basta: serve un aiuto concreto per chi è bisognoso a potersi reinserire. L’elemosina, da sola, toglie dignità. Andare oltre è difficile ma possibile».

Un dormitorio per i senzatetto, una mensa per chi non ha cibo

E qui arriva il punto. Concreto, netto. «Occorre che l’amministrazione cittadina, trovando aiuto nella chiesa, nelle parrocchie, nelle associazioni, vada oltre la pratica dell’intervento occasionale – ha detto il prevosto -. Che sia un progetto, un comitato; serve una politica più decisa nell’aiuto ai bisognosi: un dormitorio per chi non ha una casa, una mensa per chi non ha di che sfamarsi, un ritrovo più consono per gli anziani». Monsignore indica la strada: «Si intervenga là dove c’è un capannone dismesso o un edificio inequivocabilmente vuoto per realizzare una di queste strutture. Difficile da realizzare, difficile da gestire. Difficile, ma non impossibile». E quindi la chiosa: «Intervenire senza paura dello straniero, rendendo omaggio alla grande tradizione di solidarietà che Busto ha. Lo sguardo dell’amministratore locale può essere una realtà più alta della politica nazionale, più alta degli interessi di partito degli anacronistici e falsi protezionismi locali».

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