Rogo Accam: escluso il dolo. La conta dei danni sarà decisiva per il futuro

BUSTO ARSIZIO – Dopo le fiamme, all’inceneritore di Borsano, restano tanti dubbi. Anche sul futuro, ma sopratutto sul presente. E in particolare sulla conta dei danni e la quantificazione economica, che sarà decisiva. Ma anche sui giorni di stop e sulle cause che hanno scatenato le fiamme che hanno reso un disastro i locali delle turbine. Tra tanti interrogativi c’è una certezza, ovvero che l’incendio non ha origine dolosa, e una convinzione: «Questo incidente ci ha piegato le gambe, ma non siamo in ginocchio. E – dichiara il presidente della società Angelo Bellora – faremo di tutto per rialzarci e ripartire».

La situazione

È ancora presto per tracciare un quadro definitivo della situazione post rogo. Le sommarie stime fatte su tempistiche di ripresa dell’attività e lavori da eseguire dopo angelo bellora presidente accaml’incendio, oggi non sono più valide. E i motivi, dettagliando meglio il quadro, li spiega proprio Bellora. «La prima questione da sottolineare è che l’incendio è stato un colpo durissimo sotto il profilo dell’operatività dell’impianto, ma non (per fortuna) dal punto di vista ambientale. I rilievi Arpa l’hanno confermato: durante il rogo non c’è stato alcun sforamento dei limiti di emissione». Proprio nel pomeriggio di oggi, mercoledì 15 gennaio, i tecnici hanno iniziato a valutare gli interventi da fare. «Ma anche qui si dovrà attendere qualche giorno – continua Bellora – solo in tarda mattinata abbiamo ricevuto l’autorizzazione per poter accedere nelle sale turbine interessate dalle fiamme. I tecnici sono al lavoro per comprendere in quale stato sono le turbine, gli alternatori, i quadri elettrici e fare un primo bilancio». E poi continua Bellora: «Posso dire al momento che non ci sono problemi di stabilità delle strutture, che i forni e le linee di trattamento rifiuti sono a posto».

Danni a quanti zeri?

Sta di fatto che la conta dei danni sarà decisiva. Anche se dire quanto non è possibile per ora. Di certo però nel conteggio dovranno essere considerati anche i mancati introiti per i giorni di ferma dell’impianto, i costi che la società sta sostenendo per poter continuare a garantire il servizio, oltre agli investimenti necessari per risolvere tutti i problemi derivanti dall’incendio. «Speriamo che la cifra sia a cinque zeri – confida Bellora – Si tenga conto che nel piano industriale, per il 2020, abbiamo previsto 5 milioni di euro di investimenti. Tolti i 3 milioni e mezzo per la caldaia che sostituiremo, i restanti verranno anticipati per risolvere questo imprevisto». Un intoppo non da poco che, seppur accaduto a inizio anno, graverà in maniera pesante sul bilancio del 2020. «Questo rogo non ci voleva – dice il presidente – siamo venuti fuori dal 2019 in maniera migliore di quanto previsto. E ora iniziano un nuovo anno con una salita ancor più ripida di quella che sapevamo di dover affrontare».

Rischio di stop definitivo?

In tanti si sono posti la domanda: «E ora Accam che fa? Chiude?». E Bellora non si sottrae nel dare una risposta. «Non so se tra due, dieci giorni o un mese, ma ripartiamo. E vogliamo ripartire in piena sicurezza e senza il timore di dover fermarci di nuovo per questioni tecniche. La rete di mutuo soccorso che abbiamo attivato ha subito risposto e alcune realtà simili alla nostra, che hanno subito a loro volta incidenti simili, ci hanno dato coraggio. Detto questo, chiudere che significa? Smettere la nostra attività, lasciare un impianto di fatto funzionante e mettere in liquidazione tutto a vantaggio di un acquirente che nel momento in cui arriverà interverrà per far ripartire l’attività. Insomma, è vero che questo incidente è stato per noi un brutto colpo, ma dico anche che abbiamo le forze e la voglia di ripartire. E questo l’ho detto anche ai dipendenti, i quali giustamente si sono preoccupati».

Comunicazione ai soci

Il presidente Bellora in questi giorni ha tenuto i contatti anche con i sindaci dei Comuni soci. Sia per informarli della situazione, ma soprattutto per rassicurarli sulla continuità del servizio che è stata e verrà garantita. «Però – conclude – sto anche predisponendo una comunicazione ufficiale sull’episodio da inviare a tutti i soci. E poi abbiamo già in programma un’assemblea per fine gennaio o inizio febbraio nella quale discuteremo sugli scenari futuri della società dopo l’uscita dell’in house. In quell’occasione faremo anche il punto della situazione del rogo».

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