«Ci è stata tolta una perla bellissima». L’addio di Samarate a Erika Giorgetti

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SAMARATE – «Il volto eterno di Erika, accanto al Signore, sarà ancora più limpido e splendente di quello che abbiamo conosciuto in terra». Sono le parole di monsignor Luigi Stucchi, recitate oggi, 25 agosto, durante i funerali di Erika Giorgetti, la 36enne vittima di un incidente avvenuto a 3.150 metri di quota, sulla cresta del Rothorn in Val d’Aosta. Amici, parenti e la comunità intera hanno riempito la chiesa di in piazza Italia, a Samarate. Ciò che contava era dare l’ultimo saluto alla giovane alpinista samaratese, anche a costo di aspettare all’esterno, a causa delle norme anti Covid che non hanno permesso a tutti di assistere alla cerimonia.

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Determinata e concreta. Ma anche sensibile e altruista

Non è tutta colpa del Covid se molte persone della comunità samaratese hanno atteso la bara di Erika fuori dalla chiesa. Anche in tempi normali, i posti all’intero non avrebbero potuto ospitare tutti quanti, arrivati per sostenere mamma Fabrizia e papà Giuseppe – ma per tutti Peppino – chiamati a «scoprire una forza alla quale nessuno pensa mai di essere preparato», ha sottolineato Ettore Barbetta, presidente del collegio dei periti di Varese, di cui fa parte Giuseppe. E proprio a lui si è poi rivolto: «Quando parlavi di tua figlia ti si illuminavano gli occhi. Eri così orgoglioso. Continuerà a comunicare con voi, in maniera nuova, aiutandovi a superare i momenti difficili». Parole spese anche dal capo del dipartimento nazionale della Protezione Civile, Angelo Borrelli, attraverso una lettera condivisa tramite Iuri De Tomasi, dellla Prociv di Samarate. «Non conoscevo Erika – legge – ma dalle foto scattate tra le montagne valdostane, ho visto una donna sorridente, determinata e concreta. Ma anche sensibile e altruista». E aggiunge: «Strappata dalla vita in terra ora è una stella in cielo. E continuerà a brillare e a guidare il vostro percorso». Un pensiero anche da parte del sindaco Enrico Puricelli, in fascia tricolore: «Erika è sempre stata attiva nella vita sociale e culturale di Samarate. Anche se si era trasferita ormai da 15 anni per noi è rimasta sempre una nostra concittadina, parte di una famiglia così riservata eppure così presente». Chiude citando Sant’Agostino: «Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dov’erano, ma sono ovunque siamo noi».

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Il messaggio di monsignor Luigi Stucchi

«Ci è stata tolta una perla bellissima». La parabola celebrata da monsignor Stucchi si concentra intorno a questa espressione, che lui stesso definisce «bellissima e vera». Prosegue così: «Cosa darebbero mamma e papà per riavere la loro perla? Ma Erika ora appartiene all’eternità, anche se non c’è tomba che resti tale in eterno, perché in eterno c’è solo la vita insieme a Dio». E conclude: «La tenerezza di Fabrizia e Giuseppe sono i punti focali di un abbraccio che vorrebbe trattenere la vita di Erika. È una speranza impossibile ma necessaria». Anche l’arcivescovo Mario Delpini, attraverso un messaggio, ha voluto testimoniare la propria vicinanza alla famiglia di Erika: «Ha raggiunto le cime più alte e ha suonato musiche sublimi. Ora sorride alla gioia perfetta di Dio».

Precipitano da una cresta in Val D’Aosta. Tra i morti Erika Giorgetti di Samarate

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