VISTO&RIVISTO Madre e figlia, così lontane così vicine

minchella le verità visto rivisto

di Andrea Minchella

VISTO

LE VERITA’, di Hirokazu Kore’eda (La Vérité, Francia-Giappone 2019, 106 min.).

Dopo aver incantato il mondo intero con il poetico e travolgente “Un Affare di Famiglia”, il bravo e sensibile Kore’eda sbarca sul vecchio continente e realizza una piccola ma intensa storia di rapporti famigliari.

Il regista giapponese arriva in Francia e, grazie alla presenza di due mostri sacri della recitazione francese, confeziona un perfetto film francese con il punto di vista di un “cittadino del mondo”.

“Le Verità” si svolge in una bellissima casa di Parigi, che non si mostra mai allo spettatore, in cui vive la bella e fatale Fabienne, una ritrovata Catherine Deneuve, attrice di successo e madre in procinto di pubblicare la sua autobiografia. Circondata dal suo inseparabile assistente e dal suo compagno, che sembra più il cuoco di famiglia che il suo fidanzato, la bella Fabienne riceve dall’America la visita della figlia sceneggiatrice Lumir, una convincente e delicata Juliette Binoche, accompagnata dal compagno, inutile ed impacciato, Hank, interpretato da un Ethan Hawke che sembra perfetto per la parte che il regista gli ha affidato.

I dissapori e le incomprensioni tra madre e figlia diventano motore vitale di questo affresco minuzioso e introspettivo che racconta di rapporti famigliari, di cinema e di punti di vista che spesso si scontrano per dare vita ad inaspettati e profondi legami tra persone. Fabienne, ancora bellissima ma con i segni del tempo e della vita che scolpiscono il suo viso non più leggero e aggraziato, è impegnata a recitare in un film, dalle caratteristiche fantascientifiche, in cui una madre, per scampare una malattia degenerativa, è costretta a vagare per lo spazio, rimanendo, così, giovane e bella per sempre.

L’incontro di questa madre con la figlia che, invece, invecchia è un perfetto cortocircuito che il regista inscena per raccontarci del difficile ed ancestrale rapporto che ognuno di noi ha con la propria madre. Da figli, spesso, ci ritroviamo, da adulti, ad essere genitori dei nostri genitori. E questa esperienza diventa un detonatore potente nelle nostre fragili e disperate vite. La scena in cui Fabienne, la figlia ormai diventata vecchia, si abbraccia con la madre, una bellissima e giovanissima Manon, colpisce lo spettatore nel profondo dell’anima. La dolcezza e la compassione che si sviluppano da quell’abbraccio avvolgono in un calore primordiale tutte le paure, i rancori, i ricordi che albergano dentro il nostro cuore. La carezza di nostra madre, infondo, è il primo ed ultimo atto di amore che nella nostra vita, piena di incontri e di addii, davvero abbia un peso sostanziale ed unico. Kore’eda ci racconta di una madre e una figlia che generano e sono generate. Le loro emozioni diventano cifra narrativa universale.

Come ci ha abituati Kore’eda con la sua cinematografia intimista e poetica, anche in questa pellicola è facile riconoscere i tratti unici e necessari di un racconto intenso e profondo dei rapporti umani che diventano base insostituibile di una vita piena e carica di emozioni straordinarie.

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RIVISTO

CARTOLINE DALL’INFERNO, di Mike Nichols (Postcards from the Edge, Stati Uniti 1990, 101 min.).

Raccontare Hollywood per raccontare di una madre e di una figlia. Mike Nichols, il padre del “Il Laureato”, prende il romanzo autobiografico di Carrie Fisher e lo trasforma in un ritratto divertente e drammatico, nello stesso tempo, di una Hollywood che non esiste più, dove attori e attrici si mescolano con i loro personaggi dando vita ad una narrazione quasi onirica che ha reso magica l’industria del cinema degli anni ottanta e novanta.

Il filo conduttore di questo bel film è il rapporto schizofrenico tra Suzanne Vale, l’alter ego della Fisher, che qui scrive la sceneggiatura, e Doris Mann, sua madre. Tutte e due attrici, tutte e due segnate da una vita piena di dolori, scelte sbagliate e rimpianti. Il film si poggia, oltre che su una sceneggiatura brillante e densa, sulla recitazione magistrale di due attrici che, insieme, coprono un arco temporale di quasi 50 anni di cinema. Meryl Streep e Shirley Maclaine sono la madre e figlia più convincenti e commoventi che il cinema abbia mai raccontato. Un film che sembra non invecchiare mai, come le sue due meravigliose protagoniste.

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