LONATE POZZOLO – Dieci minuti dopo la mezzanotte del 21 agosto 2020 in via Ceresio a Sant’Antonino Camal Chakiri, marocchino di 27 anni, viene trovato dai carabinieri della compagnia di Busto Arsizio con una ferita da arma da fuoco al braccio. Una spedizione punitiva che, stando a quanto è stato ricostruito dai carabinieri della compagnia bustocca coordinati dal pubblico ministero Flavia Salvatore e condensato nelle 119 pagine dell’ordinanza emessa dal Gip Piera Bossi, era stata organizzata da Andrea Bergamini, 40 anni, agricoltore di Cuggiono, con azienda agricola in via Novara, e la moglie Diana Suman coinvolta nello spaccio di cocaina, Elia Luzaj, titolare del bar Infinity sempre a Cuggiono, e Ivan Grecchi altro cuggionese. Un debito di droga da 30mila euro sarebbe stato alla base dell’agguato.
Il bar Infinity
Quella smantellata ieri 18 luglio dai carabinieri del comando varesino è attività di cui tutti, in realtà, a Cuggiono sapevano. Che il bar Infinity fosse luogo di smercio era vociferato ovunque. Nessuno, però, ha mai avuto il coraggio di denunciare.
Obiettivo sbagliato
Questo il clima a Cuggiono. L’attentato a Lonate Pozzolo, in realtà, aveva sbagliato obbiettivo. Vero bersaglio della sparatoria era la coppia Abdellah Elharti e Maria Rosaria Tolu, reali obiettivi del tentato omicidio con colpo di pistola sparato alla persona sbagliata. I colpi di pistola sono stati quelli che hanno allertato la procura di Busto Arsizio che ha svelato un giro d’affari tra i 9 e i 10mila euro al giorno di spaccio. Bergamini, visto sorridente alla Festa dei Lumi a Cuggiono lo scorso 9 luglio, coadiuvato da un altro italiano classe 1970, e Luzaj riuscivano a procurarsi quantitativi importanti di stupefacente che poi smerciavano in parte a singoli clienti e in parte ai fantasmi dei boschi che gestivano diverse piazze di spaccio tra Lonate Pozzolo, Buscate e la stessa Cuggiono. Gli arresti sono 5 in tutto, per ora. Giovedì inizieranno gli interrogatori davanti al Gip Piera Bossi.