Gallarate, giro di vite sui parcheggiatori abusivi. Ma anche sui loro “clienti”

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GALLARATE – Degrado e abusivismo nel centro di Gallarate hanno le ore contate: l’amministrazione comunale ha deciso di porre fine a tutti quei comportamenti contrari al decoro urbano e alla sicurezza dei cittadini. E di punire, con sanzioni in denaro e con il daspo urbano, tanto il bivaccamento nel centro abitato quanto il radicato fenomeno dei parcheggi abusivi.

Sanzione in denaro e daspo urbano

Con ordinanza dalla decorrenza immediata, il sindaco Andrea Cassani ha quindi disposto il divieto di «bivaccare nel centro abitato e di consumare e somministrare bevande alcoliche, al di fuori delle aree pertinenziali dei pubblici esercizi regolarmente autorizzati», e di praticare su suolo comunale l’esericizio «di parcheggiatore abusivo nelle aree pubbliche destinate alla sosta regolamentata dei veicoli, nelle quali si riscontrano gestioni illecite degli spazi, con proposte di cessione, scambio e passaggio del titolo dell’avvenuto pagamento, che determinano spesso forme di accattonaggio talvolta molesto, con sollecito e richiesta di danaro o altra utilità economica». Per i trasgressori è previsto non solo il pagamento di una sanzione che può arrivare fino a tremila euro, ma anche il daspo urbano, e quindi l’allontanamento del trasgressore, nel caso di recidiva, fino a 48 ore.

Sicurezza a 360 gradi

La novità è che, ad essere sanzionati nel caso dei parcheggi abusivi, non saranno soltanto gli “improvvisati imprenditori” ma anche chi ne sfrutta l’attività e quindi cede anche alle proposte di cessione e scambio del ticket di pagamento: «Non basta andare a colpire solo i parcheggiatori abusivi – spiega Cassani – perché è evidente che, se continuano a esserci, hanno una loro “clientela”. Per prevenire, quindi, bisogna sanzionare anche questa». Breve vita, dunque, per un fenomeno che è ben noto soprattutto nella zona della centrale piazza Garibaldi e in via Dubini, nei pressi dell’ospedale di Gallarate. E a cui il sindaco ha deciso di porre fine, insieme a quei raggruppamenti di persone, spesso «anche senza fissa dimora, dedite al consumo abituale di bevande alcoliche che, stazionando nelle piazze pubbliche e importunando i passanti, generano percezione di insicurezza e mettono in atto comportamenti contrari al decoro e alla civile convivenza». Le nuove normative in materia di sicurezza permettono, conclude Cassani «di intervenire per reprimere e prevenire certi fenomeni anche al di fuori delle aree tradizionalmente considerate a rischio, come stazioni o scuole». E di poter così garantire la sicurezza alla città a 360 gradi.

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