Lonate, Misiano e Rispoli non parlano. Meloni: «Enzo deve pagare doppio»

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LONATE POZZOLO – Enzo Misiano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno che sarebbe «Uomo di fiducia e autista di Giuseppe Spagnolo» nell’interrogatorio di garanzia si e’ avvalso della facoltà di non rispondere così come Vincenzo Rispoli, il presunto boss della locale Lonate-Legnano già arrestato un mese fa per l’omicidio di Cataldo Alosi. Quest’ultimo ha anche presentato ricorso al Riesame contro l’ordinanza del gip Alessandra Simion. Della facoltà di non rispondere si sono avvalsi anche Emanuele e Salvatore De Castro, padre e figlio, considerati dagli inquirenti a loro volta vertice apicale dell’organizzazione.

Se colpevole deve pagare il doppio

E su Misiano è durissima la posizione della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. «Per quello che mi riguarda chi tradisce l’Italia da destra deve avere una pena doppia e vorrei che tutti i partiti avessero la stessa attenzione». Meloni affonda: «Da presidente avendo migliaia di consiglieri è difficile sapere tutto di tutti – ha aggiunto Meloni – La differenza è come si reagisce: noi siamo chiarissimi». A Misiano il partito ha ritirato la tessera: «Lo facciamo sempre in modo cautelativo – ha spiegato – C’è la presunzione di innocenza. Il mio cuore spera che possa dimostrare la sua innocenza ed estraneità perché ho cominciato a fare politica quando è stato ammazzato il giudice Paolo Borsellino quindi ho un’idea molto chiara di come ci dobbiamo muovere su queste questioni».

Il calciatore a cena con i boss a Samarate

Intanto spunta anche il nome di Giueppe Sculli, l’ex giocatore di serie A e parente di Giuseppe Morabito detto “U Tiradrittu” nell’inchiesta coordinata dai pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti e Cecilia Vassena e che ha portato la scorsa settimana a una raffica di arresti, anche di persone gia’ condannate per associazione mafiosa 10 anni fa. Inchiesta che ha messo in luce come nel Varesotto, a Legnano, Lonate Pozzolo e paesi limitrofi, i clan sarebbero ancora stati, per esempio, in grado di indirizzare la politica con il voto di scambio e condizionare l’economia con la gestione di tre parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa. Sculli, che per la vicenda non e’ indagato e il cui nome e’ emerso, tra l’altro, anche nel caso dell’ex fotografo Fabrizio Corona, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, era tra i commensali in una cena, quella del 21 ottobre 2017, al ristorante Beccofino di Samarate, alla quale avevano partecipato Giuseppe Spagnolo, ritenuto l’elemento di spicco della cosca Farao-Marinicola, Cataldo Casoppero, considerato uno degli uomini di fiducia di Mario Filippelli e «a completa disposizione degli interessi della locale», Antonio Casoppero detto Tonino (figlio di Cataldo Santo), e Mirko Borelli. Il summit come si legge nell’atto, era uno di quelli in cui «venivano definite strategie comuni e risolti contrasti interni».

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