A Busto sono già in tanti a scalpitare per la successione di Antonelli

Dall'alto a sinistra: Salvatore Loschiavo, Paola Reguzzoni, Isabella Tovaglieri, Manuela Maffioli, Daniela Cerana, Laura Rogora e Gigi Farioli

BUSTO ARSIZIO – Chi sarà sindaco dopo Antonelli? Il primo cittadino in carica ha ancora quattro anni di mandato – un’era geologica, in politica – prima di lasciare la fascia tricolore, ma già in molti iniziano a scalpitare per preparare la successione al “trono”. Chiaramente nell’area del centrodestra, che ormai da trent’anni esprime, ininterrottamente, l’inquilino di palazzo Gilardoni. Di sicuro è prematuro parlarne, ma qualche movimento sottotraccia inizia ad intravedersi, e così sono nove i nomi da segnarsi, tra chi desidera e chi potrebbe essere indicato, figure che in questo momento potrebbero avere qualche carta da giocare in vista del 2027.

L’orizzonte: primavera 2027

Di tempo ce n’è ancora molto, anche perché la scadenza elettorale è slittata in avanti di un anno, primavera 2027 appunto, in quanto a Roma si è stabilito di riallineare tutte le amministrazioni che, a causa della pandemia, hanno celebrato le elezioni in autunno. Così a Busto Arsizio, dove si è votato nell’ottobre del 2021, la scadenza di mandato, che sarebbe arrivata naturalmente nell’autunno del 2026, è stata prorogata alla primavera del 2027. Il che significa che il sindaco Emanuele Antonelli, se completerà il mandato, rimarrà in carica ancora per quattro anni. Un periodo in cui in politica può cambiare il mondo, ma in fondo l’esperienza ci porta a dire anche che i profili papabili per una candidatura a sindaco raramente spuntano dal nulla. Inevitabile quindi che ci sia chi inizia a fare un pensierino per il dopo-Antonelli.

Le candidature “istituzionali”

In pole position non possono che esserci le figure istituzionali, che immancabilmente vengono associate alla successione di un sindaco in scadenza di mandato. Il vicesindaco Manuela Maffioli risponde in pieno a questo requisito, e in più, come esponente della Lega, può legittimamente ambire all’alternanza, che la sezione di via Culin invoca sin dal 2016. Non sempre però è il vicesindaco uscente a correre: lo dimostra il caso di Giampiero Reguzzoni, che è stato per dieci anni il numero 2 di Gigi Farioli. Sempre nell’alveo delle successioni “istituzionali” non si può non citare Laura Rogora, attuale presidente del consiglio comunale: nel suo caso a penalizzarla è l’appartenenza a Forza Italia, partito che sembra ormai destinato al “gradino più basso” del podio della coalizione rispetto a Fratelli d’Italia e Lega, ma a volte i giochi ai tavoli provinciali sono imponderabili.

La new entry

Un nome che inizia a sentirsi in giro è quello di Salvatore Loschiavo, attivissimo assessore alla mobilità sostenibile e alla sicurezza. Qualcuno in questi giorni ha notato la sua presenza istituzionale, in sostituzione del sindaco, sia all’apertura del Terminal 2 di Malpensa sia alle celebrazioni del 2 giugno in Prefettura, e si è fatto qualche domanda, ma che potesse “studiare” da futuro sindaco più di uno lo ha pensato già un anno fa, quando inaugurò la sede della sua associazione “PoliticaMente” con un ampio parterre politico che guardava ben al di là dei confini del centrodestra. Del resto la sua è una figura che nasce politicamente fuori dalla coalizione e che guarda naturalmente ad una dimensione civica.

Il ritorno della Lega

In casa Lega però le opzioni non mancano. E a quello di Manuela Maffioli vanno affiancati i nomi di Paola Reguzzoni e Isabella Tovaglieri, con cui, non a caso, formano la terna delle più votate della lista del Carroccio alle ultime amministrative. Paola Reguzzoni insegue da tempo il sogno di fare il sindaco: nel 2016 era arrivata a un passo dalla candidatura del centrodestra, stoppata solo dalla “valanga” di Antonelli alle primarie, ora con il suo storico rivale fuori dai giochi il suo nome potrebbe tornare d’attualità. Intanto lei, con il ruolo chiave di assessore all’inclusione sociale, può lavorare per rafforzare la sua credibilità e autorevolezza e smussare certi spigoli del suo carattere, che sette anni fa forse contribuirono in parte a minarne la candidatura. Poi c’è Isabella Tovaglieri: è vero, è proiettata verso il mandato-bis in Europa, ma la Lega è in calo nei consensi e la rielezione sarà una battaglia. Oltretutto due anni fa non nascose che sarebbe onorata di indossare la fascia tricolore nella sua città, come già suo nonno Giancarlo negli anni ’70, e anche se fosse rieletta a Bruxelles, nel 2027 sarebbe già nella fase finale del secondo mandato, quindi potrebbe sempre tornare comoda come figura di spicco su cui puntare per spiazzare gli alleati del centrodestra.

Gli outsider

E se toccasse ancora a Fratelli d’Italia? Anche qui la figura più in vista, ad oggi, è quella di una donna: Daniela Cerana, che attualmente è l’unico assessore (con delega alle politiche educative) del primo partito in città e potrebbe spingere per rimanere al vertice di palazzo Gilardoni, anche se il circolo potrebbe dividersi sul suo nome. Ma non si può escludere neppure un ritorno in auge del nome di Gigi Farioli: oggi è nel Terzo Polo, ma chi può dire dove si collocherà tra quattro anni la coalizione guidata da Renzi e Calenda? Di certo il suo nome rappresenta la storia del centrodestra a Busto e gode ancora di ampia popolarità in città, quindi chissà, anche se tra quattro anni avrà superato i 70.

busto arsizio sindaco dopo antonelli – MALPENSA24