Accam incendia l’assemblea di quartiere a Borsano: scintille tra sindaco e cittadini

BUSTO ARSIZIO – Il caso Accam accende gli animi al teatro Aurora di Borsano, dove ieri sera, giovedì 6 febbraio, in 100 si sono confrontati con la giunta sulle problematiche del quartiere. E il sindaco Emanuele Antonelli ha perso le staffe e ha sbottato contro il comitato ecologico: «Siete in cinque e da trent’anni fate il tifo perché Accam fallisca. Io voglio salvarla, perché è una risorsa». Scintille in sala.

Il format

Sul palco, come da format ormai consolidato delle assemblee di quartiere, sono schierati il sindaco Emanuele Antonelli e tutti gli assessori. In platea un centinaio di cittadini, tra cui il parroco di Borsano don Francesco Ferrante e un solo consigliere comunale, il borsanese Orazio Tallarida. Il sindaco, delegato ai lavori pubblici, annuncia la nuova opera in partenza in primavera, l’ampliamento del cimitero con i nuovi loculi. Poi fioccano le domande, che vertono in particolare sui problemi della viabilità (l’assessore alla sicurezza Max Rogora sugli scudi, tra rotatorie e sensi unici), della banda larga che non è arrivata nel quartiere, della pericolosità del viale Toscana su cui ci vorrebbe una pista ciclopedonale, delle tariffe cimiteriali troppo esose (e qui è il “mestiere” dell’ex sindaco Gigi Farioli a rassicurare, ricordando i recenti ribassi). «Ma Accam è tabù» si chiede un cittadino in fondo alla sala. Sono le 22.30. Poi chiede il microfono Alessandro Barbaglia, per tanti anni portavoce del comitato ecologico Inceneritore e Ambiente. E sgancia la “bomba” che stravolge il copione della serata. «Grazie per l’attenzione ai problemi spiccioli, ma chiediamo anche risposte sulle prospettive future».

«Chiudere Accam»

Il tema sono i forni di Strada per Arconate, soprattutto alla luce dell’incidente e delle conseguenti incertezze. Barbaglia ricorda «i piani industriali non realizzati, le date di “scadenza” fatte slittare, tanto che ora si parla addirittura di 2040», ma protesta: «Sull’ambiente ci doveva essere sensibilità maggiore, verso la riduzione dei rifiuti e tecnologie più moderne. Oggi l’inceneritore è un cadavere dai piedi d’argilla. E non si vuole affrontare il problema, per scaricarlo su chi verrà dopo». All’amministrazione si chiede «una parola chiara per chiudere un impianto che non ha più senso di tenere in piedi».

Scintille su Accam

Il sindaco Emanuele Antonelli non lo nasconde: vuole salvare l’impianto di Borsano. «Per me continua a rimanere una risorsa, sono favorevole all’inceneritore. Il problema è che abbiamo 28 soci che cambiano idea continuamente e non si mettono d’accordo. Per questo non potrà mai andare bene. Sono i tentennamenti che hanno portato a non far funzionare Accam come doveva. Ad esempio, con il teleriscaldamento si sarebbe chiuso il cerchio». Nel mirino di Antonelli c’è «la politica» che «non è stata in grado di portare avanti una società come Accam». La madre di tutti gli errori, secondo il sindaco, è il mancato revamping da 40 milioni. Un crescendo che finisce in scontro. «Non vi voglio lasciare un veleno di fianco, vivo anch’io a Busto come voi – s’infervora Antonelli – ma lei Barbaglia è trent’anni che ce l’ha su con Accam. Lei era contento quando fallì il progetto del revamping, con il suo comitato di cinque persone che ha sempre lottato contro Accam». Ai No Accam il sindaco rinfaccia gli effetti collaterali di un’eventuale chiusura dell’inceneritore: «Tanto se si va avanti così Accam fallisce, manda a casa 30 persone, e la bonifica non si farà perché non ci sono soldi – le parole amare di Antonelli – io invece cerco di salvarla, sono il primo che vuole che funzioni bene».

E non finisce qui

Come se non bastasse, anche un altro tema – la ripetuta diceria secondo cui “Busto è morta” dopo le otto di sera – scalda gli animi. L’assessore ai grandi eventi Paola Magugliani aveva già provato a sfatare il mito, rivendicando il lavoro suo e delle colleghe alla cultura e allo sport, mentre il sindaco Antonelli si era lasciato scappare un «e allora andate a Legnano», quasi in tono di sfida. Ma dopo le scintille su Accam il clima è surriscaldato. «Andiamo adesso a prendere un caffè in centro e vediamo com’è la situazione?» la provocazione di un cittadino. Che induce la vicesindaco e assessore alla cultura Manuela Maffioli a rispondere con tono fermo, elencando tutte le manifestazioni e le opportunità che offre la città da qui ai prossimi mesi. Poi si chiude il sipario.

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