Discarica di Gorla Maggiore, attenzione ai biogas: «Serve più efficienza green»

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GORLA MAGGIORE – E’ il grande “mostro” di Gorla Maggiore: da un lato fonte di importanti introiti, dall’altro di notevoli preoccupazioni ambientali. La discarica di via Como è da anni al centro delle discussioni politiche e non in paese, tanto che aveva anche animato la scorsa campagna elettorale. A poco meno di un anno dal secondo mandato la giunta Zappamiglio ora pensa a come trasformarla in una centrale fotovoltaica, «ma prima dobbiamo risolvere l’ostico problema dei biogas», spiega il consigliere delegato all’Ecologia, Gianluca Ferrè.

Transizione ecologica

Che la discarica sia ormai nella sua ultima fase di vita è pressoché risaputo, il vero nodo sta nel suo futuro e nelle decisioni che l’amministrazione prenderà. Sin dalla campagna elettorale il sindaco, Pietro Zappamiglio, ha sostenuto di voler effettuare una vera e propria transizione ecologica. «Anche a livello nazionale ed europeo stiamo andando in questa direzione, quindi come abbiamo sempre detto vogliamo dare nuova vita al polo, sperando anche di potere intercettare fondi e contributi extra Comunali», dice il primo cittadino.

L’ostacolo dei biogas

E’ poi il consigliere Ferrè a dare un aggiornamento sullo stato dello stabilimento. Infatti, ormai tre quarti della discarica sono a regime e l’ultimo quarto dovrebbe esaurirsi in un paio di anni. «Certamente la crisi Covid si è fatta sentire anche qui perché molte aziende sono ferme e quindi c’è stato un rallentamento dei conferimenti».

L’idea per il futuro è quindi quella di implementare l’energia rinnovabile tramite dei pannelli solari. «C’è però un ostacolo da risolvere prima di tutto, ovvero il problema dell’impianto dei biogas, la cui convenzione scade nel 2023. Abbiamo due opzioni – spiega il consigliere – da un lato potremmo mantenere gli impianti odierni, che sono però non ci farebbero ottenere gli incentivi statali, oppure convertirli in biometano, creando quindi una tecnologia più ecologica».

Troppe emissioni

L’amministrazione non ha ancora preso una decisione, ma lo dovrà fare nelle prossime settimane, anche perché gli attuali impianti, dotati di 4 motori che bruciano biogas emettono importanti quantitativi di anidride carbonica nell’atmosfera. Una conversione a biometano permetterebbe quindi di ridurre queste emissioni e di isolare il metano che potrebbe essere immesso nella rete pubblica, mentre gli altri componenti verrebbero catalizzati su carboni attivi e quindi appositamente smaltiti, insomma una soluzione più green. Per avere certezze, però, bisogna attendere notizie ufficiali da Palazzo Terzaghi.

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