Amga e Agesp pronte a cedere il teleriscaldamento a 23,5 milioni ciascuna per finanziare Neutalia

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LEGNANO – Il piano industriale di Neutalia ha previsto la cessione del teleriscaldamento di Amga e di quello di Agesp quale possibile alternativa per finanziare lo sviluppo di Neutalia, la nuova società che gestisce l’inceneritore di Borsano. Il valore dei due rami aziendali stimato sarebbe identico, cioè pari per ciascuno a circa 23.500.000 euro, nonostante le numerose e importanti differenze dei due impianti.

A renderlo noto è oggi, domenica 30 ottobre, il consigliere comunale legnanese Franco Brumana, secondo il quale «si sta avviando un percorso decisamente avventuroso, che non può non suscitare perplessità anche perché né il piano finanziario né il piano di sviluppo di Neutalia offrono informazioni e dati che possano attribuire attendibilità alle rosee previsioni espresse, e quindi consentire una seria valutazione dei fattori di rischio». Di seguito, l’intervento integrale di Brumana, che vi ha allegato 5 pagine del documento elaborato al riguardo da Neutalia.

«Stime azzardate e discutibili»

La relazione sulla struttura finanziaria del piano industriale di Neutalia ha previsto la cessione dei teleriscaldamenti di Amga e di Agesp quale possibile alternativa all’apporto del denaro necessario per finanziare lo sviluppo di Neutalia. Di conseguenza ha stimato il valore dei due rami aziendali chiarendo di avere utilizzato il criterio economico e finanziario, denominato metodo “Udcf” (Unlevered discounted cash flows analysis, l’analisi dei flussi di cassa disponibili per azionisti e creditori, ndr). Molto stranamente sarebbe risultato dai dati oggettivi e dai calcoli previsti da questo metodo l’identico valore dei due teleriscaldamenti pari a circa 23.500.000 euro, anche se sono tra loro molto diversi per le dimensioni, per il numero degli utenti serviti e per le caratteristiche tecniche.

Il trasferimento di questi impianti è stato preso in seria considerazione perché sarà probabile che le società, che li possiedono, non possano disporre di così ingenti capitali da mettere a disposizione per lo sviluppo di Neutalia. Amga e Agesp inoltre dovranno sopportare il pesante onere di garantire i finanziamenti bancari a Neutalia, così come stanno già cominciando a fare con il finanziamento del Mediocredito dell’Alto Adige mediante un covenant (accordo a tutela dei finanziatori).

Piano “lungo” addirittura un quarto di secolo

Si sta avviando un percorso decisamente avventuroso, che non può non suscitare perplessità anche perché né il piano finanziario né il piano di sviluppo di Neutalia offrono informazioni e dati, che possano attribuire attendibilità alle rosee previsioni espresse, e quindi consentire una seria valutazione dei fattori di rischio. Anzi nelle premesse del piano finanziario gli estensori di questo documento dichiarano che non è stata svolta alcuna verifica indipendente, né altri controlli, sui dati forniti da Neutalia, che è direttamente interessata perché sarà beneficiaria dei finanziamenti di Amga e di Agesp. Per queste ragioni dichiarano esplicitamente di non voler esprimere opinioni sulla accuratezza, sulla completezza e sulla correttezza delle informazioni ricevute.

Gravi dubbi dovrebbero poi derivare dal fatto che il piano finanziario riguarda un periodo addirittura di 25 anni in cui può succedere di tutto e sul quale ogni previsione può essere solo azzardata. Già nei pochi mesi intercorsi dalla redazione del piano finanziario sono aumentati a dismisura i costi dell’energia e in questi giorni anche i tassi di interesse della Bce.

Rischi insostenibili per società pubbliche

Amga e Agesp sono società pubbliche e quindi dovrebbe risultare in modo evidente il loro interesse e quello delle amministrazioni comunali che ne possiedono il capitale sociale. Soprattutto sarebbe doveroso che vengano elaborati convincenti piani finanziari sulla sostenibilità da parte di Amga e di Agesp dell’operazione di sviluppo di Neutalia.

Non è tollerabile che si assumano rischi così incerti confidando che le amministrazioni comunali e quindi i contribuenti intervengano per salvare queste società ripianando i loro debiti, così come è stato fatto per Accam. La gestione del patrimonio pubblico non consente una propensione al rischio e deve essere prudente e avveduta. I sindaci soci di Amga e di Agesp ne tengano conto e si assumano le conseguenti responsabilità.

Franco Brumana (Movimento dei Cittadini)

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