Ancora il “segno più” nel bilancio 2022 del commercio di Busto. Ricettività, è boom

Una delle ultime inaugurazioni in centro, il negozio Alelì di via Cardinal Tosi

BUSTO ARSIZIO – Ancora un segno più nel bilancio delle attività commerciali di Busto. Nel 2022 il saldo è di 68 esercizi in più, inclusi i subentri: è il numero di quelli che hanno aperto, al netto di quelli che hanno chiuso i battenti. A “trainare” la crescita sono in particolare tre segmenti: su un ideale “podio” ci sono le attività ricettive (più 12), il commercio all’ingrosso (più 14) e la somministrazione di alimenti e bevande (più 13, con un forte turnover).

Il “segno più”

«Ancora un segno più a fine 2022», dopo quelli, che avevano positivamente stupito, dei due anni di pandemia. C’è soddisfazione anche quest’anno, da parte della vicesindaco e assessore allo sviluppo economico Manuela Maffioli, nello snocciolare i numeri forniti dal Suap, lo sportello unico attività produttive da cui passano le dichiarazioni di inizio (e fine) attività delle imprese. Non era scontato nemmeno stavolta: «A settembre c’era un fortissimo timore per i rincari energetici, ed eravamo molto preoccupati per il Natale – ricorda il presidente di Ascom Rudy Collini – riuscire ad arrivare a fine anno con il Natale andato abbastanza bene, con i numeri che hanno tenuto, è già un grande risultato». Il veterano del commercio del centro Bruno Ceccuzzi ha notato «meno spensieratezza natalizia ma su questo possiamo fare poco». I dati comunque sono «la conferma che Busto Arsizio ha un DNA anche commerciale – come ribadisce l’assessore Maffioli – siamo l’unica città a cui Regione Lombardia ha riconosciuto l’esistenza di un distretto del commercio storico».

I numeri del Suap

«Uno dei settori che registra il maggior incremento è quello della ricettività – sottolinea Maffioli, battendo su un tasto da tempo “attenzionato” dal suo assessorato – non sono veri Bed&Breakfast ma famiglie che mettono a disposizione la stanza in più o l’appartamento sfitti, grazie anche ad una legge regionale che agevola queste iniziative. Ma è un segno che la vivacità della città sta portando un incoming maggiore. E Busto ha un potenziale ricettivo da sfruttare». Il turnover principale si registra nel settore dell’abbigliamento, ma anche i pubblici esercizi mostrano numeri molto volatili: 25 aperture e 32 cessazioni, compensate da ben 22 subentri. «Serve formazione, non ci si può improvvisare baristi o ristoratori» rimarca Collini. Il commercio online invece è in contrazione: «Da solo non ha le gambe per camminare – sottolinea ancora Rudy Collini, che è stato uno dei pionieri del settore in città – la gente dopo il Covid ha voluto tornare a comprare fisicamente».

Dal centro ai quartieri

Se il centro guarda avanti con fiducia – come testimoniato dalla vicepresidente del comitato commercianti centro Sarah Leoni: «Ci sarà da stringere i denti ancora per un semestre, ma è fondamentale fare rete e sinergia tutti per aumentare la ricettività, visto che il nostro obiettivo rimane trasformare il cuore di Busto in un centro commerciale a cielo aperto» – uno degli elementi di maggior criticità rimangono i quartieri periferici, che fanno più fatica. «Li teniamo monitorati – assicura Maffioli – a Borsano e Sacconago investiamo in interventi sull’arredo urbano». Il rappresentante dei commercianti di Sacconago Stefano Moretti fa notare che «i negozi che c’erano sono rimasti ed è già tanta roba, ma nel centro storico ad esempio manca un bar. Il problema vero è che non ci sono negozi agibili, ci sono molti immobili pericolanti e da sistemare. Su questo fronte si dovrebbero sensibilizzare i proprietari». Il superbonus 110% qualcosa sta muovendo – l’architetto Monica Brambilla, responsabile del Suap, attende di verificare le 305 Cilas (segnalazioni di avvio lavori, ndr) arrivate in tre giorni prima della scadenza del Superbonus del 25 novembre – ma «c’è ancora una certa resistenza da superare», come fa notare anche il consigliere delegato al commercio di vicinato Paolo Geminiani, e la frammentazione delle proprietà che caratterizza le zone periferiche non aiuta.

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