Andrea, l’angelo battuto dal Male

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Andrea Vincenzi, 12 anni, baby calciatore piemontese morto improvvisamente per una sospetta polmonite

di Massimo Lodi

Anche questo si chiama pugno al cuore. Lo sferra la dittatura del Fato, di cui siamo tutti schiavi, ci piaccia o meno. Andrea, dodici anni, veste la maglia degli esordienti dell’Usd Gassino-San Raffaele, nel Torinese. È brioso, gaio, esuberante. Sta bene in famiglia, va bene a scuola, riesce bene nello sport. Che cosa, se non di bene, potrà mai capitare a uno come lui? A uno come tanti altri uguali a lui? A uno che guarda con fiducia, ottimismo, allegria all’orizzonte dell’esistenza? Nulla, potrà succedergli assolutamente nulla.

Mercoledì sera Andrea dà segni d’un qualche problema di salute. Roba da poco, ci s’immagina subito. È in forma, gioca, corre, si scalmana al modo tipico dei ragazzini che ne han da scoppiare. Di salute. Però l’aumentare dei sintomi consiglia una visita di controllo. Viene portato in ospedale. E il check dà responso negativo: nulla di preoccupante. Lo dimettono, torna a casa. Ma nella notte le sue condizioni peggiorano, ritorno urgente al Regina Margherita. Purtroppo inutile: non si riesce a salvarlo.

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Massimo Lodi

L’Asl comunica che il protocollo di esami/accertamenti è stato rispettato. L’inchiesta giudiziaria farà chiarezza: le cose sono andate così piuttosto che cosà. Ma Andrea se n’è andato per sempre. La partita non nel calendario razionale, quella con l’avversario che si chiama Caso ma anche Destino o meglio Fato come si diceva lassù nell’incipit, è già terminata. Con l’imprevista sconfitta. Il Male si comporta sempre così: mette in campo d’improvviso elementi scorretti, ruvidi, cinici, brutali. E vince contro il pronostico.

Quanti nerissimi scudetti, ha conquistato la squadra del Male. Per fortuna l’informazione ne dà conto sì e conto no, ogni tanto diffonde la notizia, ogni tanto se ne scorda. E anche quando le news circolano, l’attenzione non sempre si rivela massima. Ci sono volte in cui da minima diventa perfino uno zero. Cade.

Com’è caduto Andrea nel burrone che solo la dittatura del Fato sa preparare con sguaiata perfidia. Vi riesce perché nessuno ha il mezzo d’indagarne l’empio disegno. E pur se l’avesse, nulla potrebbe compiere per avversarlo. Avversarlo, avversario. Eccolo, l’Avversario imbattibile, che solo la fortuità evita ad altri Andrea, molti Andrea, infiniti Andrea d’incrociare nelle innumerevoli piccole/grandi arene dell’umanità. Gli stadi dove si rappresentano le sfide giornaliere. I teatri -mica solo sportivi, scherziamo?- in cui spesso l’assurdo interpreta la principale parte in commedia. Volgendola in tragedia.

Una preghiera per Andrea, divenuto angelo a sua insaputa in un mondo che con dolore mandiamo al diavolo. Basterà?

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