AQUILOTTO DELLA VALLE DEL SEVESO: “Otto partite per la storia”

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Teodor Nasi

La Lazio ha davanti 8 partite per fare la storia. 120 anni dopo la fondazione della prima squadra della Capitale sarebbe magnifico festeggiare ancora lo scudetto. E se non avviene, pazienza.
È al momento la squadra più serena del trio di testa: non doveva dimostrare niente, se non di essere una delle sempre grandi del campionato più bello del mondo. E ci è riuscita.
Perché, diciamolo, le due romane (sì, anche i lupini) sono meravigliose, sono il calcio come deve essere, bello e dannato, un po’ sfigato, semplice, senza miliardi di dollari arabi o cinesi. Tracotante e guascone, nobile e agguerrito, mai davvero scorretto, anche se feroce quando necessario.
Folle di tifosi delusi, ma innamorati, sempre le stesse bandiere, inni con una storia secolare, battute a volte atrocemente dure a volte brillanti contro l’avversario di sempre.
È questa immensità di cuore che fa grandi le romane che non vincono mai una cippa (va bene, la Lazio ha più coppe Italia che capelli in testa Predator Lukaku). La Lazio corre lì davanti, dietro, sono sincero, spero la Roma si tiri più su possibile. Alla fine uno scudetto vinto dalla Juve ha il sapore del cartone, dall’Inter della bile, dal Milan della pasta scotta. Uno scudetto vinto da noi sarà sempre bello, crudele, pulito, eroico.

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