Pelobate fosco, nuove aree per la tutela del rospo di Arsago a rischio d’estinzione

varese ticino pelobate conservazione

ARSAGO SEPRIO – Sono state firmate nuove convenzioni tra il Parco del Ticino e le associazioni del territorio per la tutela del Pelobate fosco, il raro rospo a rischio d’estinzione che abita le paludi di Arsago Seprio. Ieri, 2 febbraio, in occasione della Giornata Mondiale delle zone umide, nella sala polifunzionale sono state effettuate le sottoscrizioni con le realtà che hanno offerto il proprio sostegno al progetto Life Insubricus. Ma anche con alcuni proprietari dei terreni sui quali sono stati – o saranno – realizzati gli interventi.

Il progetto

Nei prossimi mesi, con lo sviluppo degli altri lotti di progetto seguiranno altre sottoscrizioni. Il progetto – finanziato dal programma europeo Life Natura 2014-2020 e supportato da Fondazione Cariplo e Snam Rete Gas Spa – è stato avviato il primo ottobre 2020 e si concluderà alla fine del 2026. Durante i sei anni di attività, in Lombardia e Piemonte, verranno realizzati interventi per garantire la conservazione di Pelobates fuscus insubricus, un rospo endemico a forte rischio di estinzione. 

Il Pelobate fosco

Il Pelobate fosco è il più piccolo dei rospi comuni, difficile da osservare, di forma tondeggiante con una colorazione variabile bruno-rossastra e grandi macchie olivastre e, caso unico tra gli Anfibi italiani, ha le pupille verticali come quelle delle vipere. E’ uno degli anfibi italiani più rari, ma circa 10 anni fa una popolazione numerosa e vitale è stata ritrovata in provincia di Varese, nel sito Natura 2000 (la rete europea per la biodiversità) Zsc “Paludi di Arsago”, ricompresa nel Parco del Ticino, dove il raro e prezioso anfibio ha trovato il suo habitat in alcune zone umide ancora ben conservate. Il Pelobate può essere considerato una “specie ombrello”, con questo termine si indica una specie la cui tutela comporta indirettamente la conservazione di molte altre specie che vivono nello stesso ambiente, fra queste si possono citare uccelli, mammiferi e moltissimi invertebrati, molti dei quali a rischio di estinzione come il nostro rospo.

Recuperare, ripristinare, ampliare

«Dopo le grandi bonifiche attuate a cavallo tra il 1800 e il 1900 – spiega il direttore del Parco del Ticino, Claudio de Paola – un ulteriore 35% di zone umide è stato perso nel mondo solo negli ultimi 50 anni. E la perdita di questi ambienti preziosi corre tre volte più veloce di quella delle foreste. Le cause sono molteplici: i cambiamenti climatici, le bonifiche agricole, l’inquinamento, l’eccessivo prelievo da sorgenti e falde e non ultimo il fatto che spesso questi ambienti vengono considerati malsani, fonte di malattie o incubatoi di zanzare. Al contrario zone umide ben conservate riciclano nutrienti e catturano sedimenti, sono serbatoi d’acqua, depuratori naturali a costo zero e “spugne”, che assorbono, rilasciano, regolano le acque, mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici. Per tutti questi motivi è necessario recuperare, ripristinare e ampliare tali aree. Il progetto Life Insubricus si prefigge proprio la creazione e la riqualificazione di molte zone umide in numerose aree della Lombardia e del Piemonte, con la speranza non solo di tutelare il Pelobate, ma anche di garantire le importanti funzioni che svolgono questi rari ecosistemi».

Il lavoro con scuole e associazioni

«Altre azioni del progetto, non legate direttamente alla riqualificazione degli habitat, sono riconducibili alla sensibilizzazione e all’educazione ambientale – aggiunge Valentina Parco, responsabile del Settore Gestione Siti Natura 2000 del Parco del Ticino – altrettanto importanti per garantire il futuro di questa specie e di tutte le altre specie, uomo compreso. Nel corso del progetto saranno offerte gratuitamente alle scuole dei territori interessati cicli di lezioni in classe e uscite nelle aree di intervento; ma non si lavorerà solo con bambini e ragazzi: saranno coinvolti anche gli adulti, costituendo gruppi di volontari che ci aiuteranno nei monitoraggi e nelle azioni di divulgazione. Le associazioni del territorio presenti qui oggi, che si uniranno ai volontari del Parco e alle Gev, oltre che la disponibilità di coloro che hanno permesso la realizzazione degli interventi sui terreni di proprietà rappresentano il miglior presupposto per la riuscita del Progetto Life Insubricus».

arsago pelobate fosco nuove aree – MALPENSA24