Auto green, la Lega non arretra: «Posti di lavoro e filiera a rischio. Per un’ideologia»

I relatori del convegno: al centro, Isabella Tovaglieri e Paolo Del Debbio

SARONNO – «Lo stop a benzina e diesel rischia di costare all’Italia 70mila posti di lavoro. Ma la transizione ecologica deve essere sostenibile, economicamente e socialmente». Lo ha ribadito l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri al convegno, da lei organizzato con il gruppo ID, “Auto elettrica nel 2035: un futuro davvero sostenibile?“, che si è svolto questa mattina, 15 aprile, all’Hotel della Rotonda di Saronno, moderato dal giornalista tv Paolo Del Debbio. «Ma la partita non è chiusa» avverte l’eurodeputata leghista. «Nel 2026 dobbiamo farci trovare pronti quando è in programma l’aggiornamento della direttiva».

Effetto dirompente

«Oggi la nostra produzione è per l’85% orientata alla componentistica per le auto a motore endotermico, con il passaggio all’auto elettrica questa quota è destinata a scendere sotto il 40%». Basta un dato, quello fornito dall’imprenditore varesino Gianluigi Casati, titolare di una fonderia che dal 1980 è specializzata nella componentistica auto, per fotografare l’effetto dirompente che la svolta dell’auto green imposta dall’Unione Europea potrà causare sulla nostra filiera. «La soluzione? Cambiare settore di produzione, con tutte le difficoltà che comporta – ammette Casati, che con la sua piccola industria dà lavoro a 80 persone – con il rischio di una riduzione dei livelli occupazionali».

Paolo Del Debbio e l’ideologia green

La Lombardia per la neutralità tecnologica

Tra i relatori intervenuti, anche Roberto Vavassori, membro del board Brembo Spa e del consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, il giornalista di automoto.it Carlo Bellati e l’assessore regionale allo sviluppo economico Guido Guidesi. «Come Regione Lombardia abbiamo accolto, senza contestarli, tutti gli obiettivi ambientali dell’UE in un Manifesto per la mobilità sostenibile – le parole dell’esponente della giunta Fontana – ma vogliamo avere la possibilità di raggiungere questi obiettivi a modo nostro, con l’ingegno e la creatività dei nostri imprenditori e con la capacità indiscussa dei nostri lavoratori. Per questo non arretreremo neppure di un centimetro nella battaglia per il diritto di realizzare la transizione ecologica attraverso la neutralità tecnologica. Oltre a fermare il cambiamento climatico, infatti, dobbiamo fermare anche la concorrenza sleale sul mercato continentale, che ci viene imposta con una transizione esclusivamente elettrica. La Lombardia vuole che le sue imprese possano continuare a lavorare e a creare sviluppo, e che i cittadini siano liberi di scegliere quale auto acquistare, in nome di un principio non economico, ma di democrazia sociale, sancito nelle costituzioni italiana ed europea».

Tovaglieri guarda al 2026

«La partita in Europa non è chiusa – sostiene Isabella Tovaglieri – occorre informare di più i cittadini sulle criticità del passaggio dal motore endotermico all’auto elettrica e occorre fare squadra, in Italia e in Europa, a tutti i livelli politici e istituzionali, per affrontare l’appuntamento strategico del 2026, quando è previsto l’aggiornamento della direttiva sullo stop alle auto a combustione. In quell’occasione, dobbiamo essere pronti e uniti nel dare battaglia per ottenere tempi più dilazionati per la transizione ecologica e per avere il diritto di scegliere con quali tecnologie, oltre all’elettrico, potremo raggiungere gli obiettivi climatici imposti da Bruxelles». Tovaglieri ricorda infatti che «Italia e Lombardia sono all’avanguardia nel campo dei biocarburanti, che possono avere un ruolo fondamentale nel salvare la nostra filiera dell’automotive. Ambiente sì, ma non ambientalismo. Serve realismo, non un approccio ideologico senza base scientifica che si propone come religione laica dell’Europa».

saronno automotive isabella tovaglieri – MALPENSA24