BaC: «Antonelli vuole affrontare l’emergenza da solo? Dica cosa fa»

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BUSTO ARSIZIO – «La nostra disponibilità a collaborare in questo momento d’emergenza è stata snobbata dal sindaco che non ha capito il messaggio del nostro appello. Un atteggiamento che ci ha lasciato l’amaro in bocca, non muta il nostro impegno nel portare avanti una serie di iniziative di solidarietà e lascia irrisolte sulla scrivania del primo cittadino temi di grande importanza. Ovvero: Emanuele Antonelli sta lavorando sul post emergenza? Sta valutando le importanti questioni oggi messe da parte, ma che torneranno ad essere partite strategiche quali, la precaria situazione economica che si determinando, i progetti amministrativi fermi come le grandi opere e le spina Accam?». E’ quanto in sintesi sostiene il gruppo consigliare di Busto al centro. Dopo che il sindaco, alla luce della lettera firmata dal capogruppo Laura Alba, ha risposto con un velato ma inequivocabile “faccio da solo”.

«Con una lettera aperta al sindaco – si legge nel comunicato di Bac – abbiamo ribadito che questo sarebbe il momento di tener unite le forze, coinvolgere maggiormente i consiglieri e agire come una squadra per la tutela della salute dei nostri concittadini e delle loro necessità. La nostra disponibilità era un invito a tutti a metter da parte ideologie e preconcetti per trovare una comunità d’intenti nell’interesse della città. Ed Emanuele Antonelli, in quanto sindaco, ci è parso essere l’unico ad avere il ruolo e l’autorità per fare questa sintesi».

Il garbato “niet”

A quanto pare il sindaco non ha recepito il senso del nostro appello respingendo di fatto la nostra disponibilità in una lettera, a firma sua e del vicesindaco. Un atteggiamento di chiusura non nuovo. Ma prima di tornare su questioni amministrative, vogliamo rassicurare che, come lui stesso ha sollecitato, continueremo le nostre attività volontaristiche suggerite dalla necessità del momento, soprattutto operando nella maggior riservatezza possibile.

Cosa sta facendo Antonelli?

E’ chiaro che la massima priorità in questo momento è un’altra. Ma è altrettanto evidente che ci sono temi amministrativi aperti di grande importanza che non si fermano. Uno tra tutti (ma non certo l’unico) è la situazione di Accam che, dato il suo precario stato ben noto già alla vigilia dell’emergenza sanitaria, oggi potrebbe essere (per usare un’espressione del momento) in stato di “rianimazione”. Non può certo sfuggire la delicatezza di un tale argomento, con il suo portato ecologico, in questo particolare momento di un contagio in atto.

Così come continuiamo a ritenere che a tutti i Consiglieri Comunali, molto spesso tenuti ai margini, debba essere consentito di svolgere le loro funzioni di indirizzo e di supporto. Soprattutto in questa fase dove è tempo, mentre si cerca di uscire dall’emergenza sanitaria, di cominciare ad ipotizzare come e con quali strumenti, la città potrà essere aiutata a uscire anche dalle macerie economiche e sociali che il virus  ci avrà lasciato in eredità.

Infine, se il primo cittadino ce lo consente, vorremmo ribadire che bisogna iniziare a ragionare sul dopo emergenza e che tutta una serie di iniziative dovranno passare da un’importante variazione di Bilancio. La quale sarà in parte dettata da scelte, rinunce, tagli da applicare e ricerca di fondi e in parte da nuovi impegni. Verso i cittadini, le associazioni e  le attività economiche. Sulla base di priorità e dei criteri che, come si usa dire, “non lascino indietro nessuno” e non prestino il fianco a critiche di clientelismi o di interessati particolarismi.

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