A Milano ci si separa e ci si sposa grazie ai giornali? Storie di ordinari disservizi

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MILANO – “Sono separati da quasi sei anni ma l’Ufficio Anagrafe-Stato Civile del Comune di Milano si è dimenticato di annotarlo nell’Atto di Matrimonio. E così mancando la registrazione una coppia residente nel capoluogo lombardo non può divorziare con tutte le conseguenze del caso. Lo ha reso noto l’avvocato Marina Martini, del Foro di Milano, che ha prodotto la certificazione relativa”. La notizia esce in un’agenzia di stampa, per essere precisi nella più importante, l’Ansa, sia in rete che sul sito alle 11.25 del 21 luglio per essere pignoli. E’ documentata in maniera rigorosa. Viene ripresa da moltissimi quotidiani on line  (e poi su alcuni giornali cartacei il giorno dopo). Alle 14.06 dello stesso giorno arriva la documentazione richiesta. L’Ufficiale dello Stato Civile…in una mail di posta certificata scrive laconicamente: “Gentile Avvocato, Le invio in allegato copia dell’atto di matrimonio dei Signori…Mi scuso per l’inconveniente e porgo cordiali saluti”.

L’11 agosto la storia si ripete. “Hanno divorziato da quasi quattro anni a Milano, dove risiedono dopo aver celebrato il matrimonio a Palermo, ma per il Comune lombardo risultano ancora sposati, nonostante le numerose richieste di risolvere il problema da parte di un loro avvocato all’amministrazione. Per l’Ufficio Anagrafe-Stato Civile sono ancora legalmente congiunti con tutte le conseguenze, fra cui quella di non poter contrarre un nuovo sposalizio, come vorrebbe l’ex marito”, scrive la stessa agenzia di stampa. Sono le 10.48. Il copione è identico. In questo caso è l’avvocato Elena Tamburini, che ha prodotto anche lei l’intera documentazione, a rendere nota la vicenda. Il take viene ripreso, in maniera ancora maggiore, da quotidiani on line di tutta Italia fra cui il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Giorno (le tre testate più vendute in Lombardia). E il giorno dopo da diversi giornali cartacei fra cui ancora il Corrierone, il Giorno. Libero e così via. Nel pomeriggio, puntualmente, il problema viene risolto. Questa volta il Comune abbozza una giustificazione.

Nei fatti in questi due casi dopo anni da un procedimento o di separazione o di divorzio e, cosa più grave, dopo mesi che non comuni cittadini ma avvocati hanno legittimamente fatto presente il rischio di cause per il risarcimento, nulla si è mosso. Solo quando la stampa si è interessata dei casi si è risolto il problema. E’ corretto? E’ giust0? Un’amministrazione si può comportare così? Nessuno nega che in una grande città come Milano non sia semplice assolvere migliaia di richieste di pratiche all’anno. Ma quando si parla del ‘giornalismo come cane da guardia della democrazia’ davvero non si intende dire che serva a far rispettare il suo ruolo alla pubblica amministrazione.

Due casi di mala-burocrazia? O disservizi accettabili? Sei anni per una separazione, quattro anni per un divorzio. Banali annotazioni mai fatte e risolte da avvocati solo con una pubblica denuncia. Nessuno vuole criticare ma, sommessamente, forse il Comune di Milano dovrebbe rivedere le sue procedure e i tempi. Procedure e tempi per tutti e per tutte le pratiche, non solo per chi finisce sui giornali.

Angela Bruno

bruno milano anagrafe disservizi – MALPENSA24