Busto candida la Colonia di Aprica centro d’accoglienza: 100 posti per i bimbi ucraini

BUSTO ARSIZIO – Dalle settimane bianche (fermate dal Covid) all’accoglienza dei bambini ucraini in fuga dalle bombe: la Colonia “Comerio” dell’Aprica, di proprietà del Comune di Busto Arsizio, è stata candidata come CAS, centro di accoglienza straordinaria, dedicato in modo specifico ai minori. Sono 100 i posti messi a disposizione delle Prefetture di Varese e Sondrio per l’emergenza profughi.

«La Colonia è pronta»

casa paola reguzzoni
Paola Reguzzoni

Lo conferma l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni: l’amministrazione ha risposto ai bandi delle Prefetture dopo il “via libera” ricevuto in commissione bilancio da parte di tutti i gruppi consiliari. «I posti che abbiamo “offerto” sono 100, quasi esclusivamente per minori non accompagnati visto che la Colonia è pensata soprattutto per i bambini, ma anche per minori con le loro mamme – spiega Reguzzoni – dal punto di vista strutturale, è già fruibile, manca solo da ultimare l’allacciamento all’acquedotto. Ma se la Prefettura chiama, siamo pronti a partire».

Le strutture messe a disposizione

Il bando darebbe la possibilità al Comune di ricevere un contributo di circa 30 euro al giorno per ciascun profugo ospitato. Nella “candidatura” presentata dal Comune di Busto Arsizio sono state inserite, oltre alla Colonia dell’Aprica, anche le disponibilità già assodate della Casa Don Lolo, già al “tutto esaurito” sin dai primi giorni di apertura, e della casa alloggio di via Tito Speri, nel “quartiere Aler” di San Michele. Ad oggi sono 24 le persone ospitate in queste due strutture, a cui si aggiungono due minori non accompagnati, due diciassettenni collocati in comunità.

«Aiutare anche le famiglie»

Nella risposta al bando l’assessore Paola Reguzzoni ha voluto far inserire anche «gli alloggi, circa 60 in tutto, messi a disposizione dalla rete di associazioni, parrocchie e privati», che però in teoria sarebbero esclusi dall’accesso ai fondi per l’accoglienza del Ministero dell’interno. «In teoria vanno solo alle strutture riconosciute, ma crediamo che sarebbe giusto concedere qualche incentivo economico anche alle famiglie e alle associazioni a copertura delle spese che affrontano per ospitare mamme e bambini ucraini». Ad oggi, tra strutture comunali, oratorio di San Giuseppe, Aubam e privati, sono un centinaio i profughi ucraini presenti sul territorio di Busto Arsizio.

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