Tutto esaurito a Casa don Lolo, altri bimbi in arrivo: Busto e la sfida dell’accoglienza

BUSTO ARSIZIO – La Casa Don Lolo di viale Stelvio è già in overbooking e dall’Ucraina stanno per arrivare altre decine di mamme e bambini, alcuni già sistemati e altri a cui fornire un tetto. Si fa sempre più complessa la sfida dell’accoglienza a Busto: tanti i nodi da sciogliere e le sinergie da definire, con l’amministrazione comunale, le parrocchie e il terzo settore in prima linea.

La cabina di regia

Per fare il punto della situazione nel tardo pomeriggio di oggi, 5 marzo, a San Giuseppe si è svolto un mini-vertice tra il sindaco Emanuele Antonelli, l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, il parroco don Giuseppe Tedesco e Mario Cislaghi, presente nella doppia veste di rappresentante della giunta e di coordinatore dei volontari della parrocchia del quartiere dell’ospedale. Soprattutto in vista della nuova tornata di arrivi previsti nelle prossime ore: ci sono familiari di badanti che lavorano in città che sono stati recuperati fuori dai confini dell’Ucraina, bambini già ospiti di Aubam con il “progetto Chernobyl” che potrebbero arrivare con le loro famiglie, ma anche profughi che non hanno appoggi in città.

L’Hub di San Giuseppe

L’oratorio della parrocchia di San Giuseppe sta diventando una sorta di “hub” dell’accoglienza in città, sia per il ruolo giocato dal viaggio di don Giuseppe Tedesco come catalizzatore di interesse e di offerte di aiuto e di ospitalità, sia per la vicinanza con la Casa don Lolo che è il primo centro di accoglienza dei profughi ucraini messo a punto in città. Così nella mansarda dell’oratorio sono stati ricavati spazi per alloggiare alcune mamme e bambini ucraini, mentre sempre la struttura parrocchiale è a disposizione come spazio mensa e come area per il gioco dei bambini. Diversi tra i volontari e i sostenitori della Festa patronale sono stati “precettati” dallo storico coordinatore Mario Cislaghi e hanno già dato la loro disponibilità per fornire materiale e aiuti di vario genere, dai piatti, bicchieri e posate fino al cibo e ai medicinali. «Sono contento che in molti abbiano risposto positivamente» ammette Cislaghi.

I nodi ancora sul tavolo

Ora sul tavolo ci sono altri nodi da sciogliere. A partire dall’accoglienza delle mamme e dei bambini in arrivo dall’Ucraina: molte famiglie che si sono proposte di dare ospitalità (e chi vuole proporsi può compilare il form predisposto dalla parrocchia di San Giuseppe) vanno “incrociate” con quei nuclei che non hanno appoggi in città su cui contare. Si potrebbe anche rendere necessario l’allestimento di una nuova struttura di accoglienza in aggiunta alla “Casa don Lolo”. E ancora, la frequenza scolastica dei bambini e ragazzini ucraini, che stanno arrivando in un numero tale da non poter essere semplicemente collocati nelle classi delle scuole della città: si cercherà una soluzione con insegnanti che possano mettersi a disposizione per fare lezione al mattino.

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