«Paga o pubblico i tuoi video porno». A Busto e Gallarate il ricatto è via mail

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BUSTO ARSIZIO – Se un “Anonymous Hacker” ricatta per Bitcoin, non fatevi prendere dal panico. Il messaggio è pieno di bugie. È un e-mail truffa che gioca con le paure degli utenti. Gli utenti si ritrovano con un messaggio ingannevole nella casella di posta a causa dell’infezione. E sono decine le e-mail di questo calibro segnalate tra Varese, Busto e Gallarate: professionisti noti si sono ritrovati accusati di aver visitato siti pornografici e di aver scaricato dei video. A qualcuno è stato anche detto di aver visitato siti di pedopornografia. Ovviamente è una truffa: l’hacker chiede un pagamento in Bitcoin altrimenti divulgherà i contenuti carpiti dal computer della vittima. Contenuti che ovviamente non esistono: e per questo nessuno ha versato, sinora, il corrispettivo del riscatto richiesto che ammonta a 530 euro. Il parassita appartiene alla categoria Trojan Horse e ne consegue un modello classico. E invade il dispositivo attraverso l’inganno e invia l’email bufala. In passato Busto Arsizio ha avuto vittime eccellenti dell’hackeraggio.

«Paga o pubblico i tuoi video porno»

Il truffatore si presenta alla vittima come qualcuno che ha hackerato i suoi dispositivi qualche mese fa e che si è preso la briga d’installare un malware su uno dei siti per adulti visitati dalle vittime. Per rendere il tutto più credibile, l’hacker comunica alla vittima che il suo browser ha funzionato come RDP (Remote Control) con un keylogger che mi ha permesso di accedere alla sua schermata alla sua webcam. A questo punto, parte la vera e propria estorsione ai danni del malcapitato: il criminale informatico, infatti, lo informa del fatto che «il mio software ha raccolto tutte le informazioni inclusi i suoi contatti e i file» mettendoli al sicuro su un server remoto. La vittima viene quindi intimorita dal fatto che l’hacker è in possesso della rubrica e della corrispondenza della vittima, di avere accesso alle sue reti sociali, alle chat e di aver persino un backup completo di tali dati. Leggendo il testo dell’e-mail la vittima scopre anche che l’hacker si sarebbe prodigato a registrare i video per adulti che sono stati riprodotti. Ovviamente è tutto falso ma l’imbarazzo per chi viene colpito è assoluto. Anche perché se l’indirizzo è del tutto fasullo, il nome del mittente della mail è invece noto a chi la riceve. All’arrivo di queste mail, privati e aziende sono spesso corsi ai ripari facendo analizzare i server e le caselle di posta in cerca di tracce del presunto attacco, che dovrebbe aver permesso ai criminali d’inviare il messaggio utilizzando la mailbox che si presume hackerata. In molti stanno segnalando il nuovo trend alle forze di polizia.

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