Busto, scontro in Consiglio sull’Ucraina. Poi condanna unanime all’invasione russa

BUSTO ARSIZIO – Una mediazione faticosa, dopo un dibattito serrato, ma il consiglio comunale alla fine «condanna l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia» e condanna tutte le guerre. All’unanimità. Due ore di scontro tra maggioranza e minoranze, poi il “conclave” tra i diversi gruppi consiliari che partorisce l’accordo per raggiungere la massima condivisione. Sotto forma di un emendamento totalmente sostitutivo che mette insieme i concetti chiave di tutte le mozioni e anche il via libera all’accoglienza nelle strutture comunali, Colonia dell’Aprica in primis. Con il sindaco Emanuele Antonelli che rimane in silenzio per tutto il dibattito, dopo aver inizialmente ricordato i due anni dalla morte di Roberto Stella.

In principio la condanna alla guerra, non all’invasione

Il “conclave”

L’emendamento della maggioranza parla inizialmente di «guerra in Ucraina, che condanniamo in modo fermo e assoluto», senza citare l’aggressione russa, e propone di inserire nello Statuto comunale «il principio per cui MAI, in nessuna circostanza, con nessuna giustificazione, la guerra possa essere una soluzione». È una «condanna totale della guerra, a scanso di fraintendimenti e continuando sulla politica del fare dell’amministrazione», spiega il capogruppo di Fratelli d’Italia Luca Folegani, proponendo alle minoranze di «ritirare le mozioni per un voto unanime».

Gli applausi della minoranza

Per i gruppi di opposizione, che hanno presentato due mozioni (PD e PRL), non basta. Tanto che dai loro banchi arrivano applausi alla leghista Isabella Tovaglieri che nel suo intervento ammette: «Personalmente non avrei avuto problemi a schierarmi a favore dell’Ucraina e contro Putin». Per il capogruppo PD Maurizio Maggioni «non possiamo fingere di non capire che in una guerra ci sono alcuni oppressori e altri che si difendono dall’oppressione. Questo è un dato che volutamente non emerge dall’emendamento della maggioranza».

La maggioranza chiede di non cavillare

Il dibattito che ne esce è intenso. «Non si può cavillare perché non c’è mai una verità assoluta – sostiene Matteo Sabba (Lista Antonelli) – questo emendamento, con il no alla guerra, è la cosa più forte che viene scritta e presentata». Folegani ribadisce che la mozione «condanna implicitamente l’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina» e accusa le minoranze di «cercare cavilli invece di creare un ambiente disteso». E Max Rogora (Lega) va a ruota libera: «Io condanno Putin ma anche tutti gli altri. Non è il Risiko: Zelenskij, il Beppe Grillo ucraino, sta portando un popolo al massacro. Invece delle armi, compriamo palloncini colorati. Non ho avuto paura del Covid quanto ho paura di questa guerra. Le mie bambine hanno paura per cosa? Per delle grandissime teste di c…. (letterale, ndr) che non sono in grado di fare diplomazia».

La minoranza insiste sul nome di Putin

I gruppi di minoranza non ci stanno. Gigi Farioli (PRL) chiede di «evitare ogni forma di codarda ipocrisia e un presunto unanimismo sul nulla. Ciò che è in gioco oggi non è il no a tutte le guerre, oggi Putin ha aggredito un Paese. Abbiamo la possibilità di essere all’altezza della storia di Busto, medaglia di bronzo perché ha combattuto per garantirci libertà, democrazia e benessere». Paolo Pedotti (PD) cita il voto di due giorni fa a Varese, dove «molti dei contenuti della nostra mozione sono stati votati all’unanimità. Se Busto non è in grado di fare altrettanto l’onere di cercare una sintesi è della maggioranza oppure questo consiglio comunale non sarà all’altezza di altre istituzioni. O il centrodestra di Busto ha posizioni diverse da quello di Varese e da quello nazionale o c’è qualcosa che non torna». Gianluca Castiglioni (BaC) il consiglio dovrebbe «esprimere quello che pensa il cittadino di Busto, ovvero condannare questa guerra, Putin e l’aggressione verso un altro popolo». Giusy Lanza (PRL) lo dice ancor più chiaramente: «Si può condannare il crimine ma non il criminale? Qui c’è un nome, ed è Putin». Lapidario Santo Cascio (Progetto in Comune): «Perché si ha paura di scrivere nome e cognome di chi ha perpetuato l’invasione? Questa è l’unica controversia tra mozioni combacianti. Ma non siamo in un confessionale in cui si dice il peccato ma non il peccatore, siamo in un’assise democratica».

Lo spiraglio dell’accordo

Una breccia si apre anche in maggioranza, con l’assessore Paola Reguzzoni che invoca «un’unica mozione» e proprio Matteo Sabba, che per primo aveva chiesto in commissione di escludere riferimenti “politici”, che afferma di «non avere problemi» ad aggiungere che l’aggressione è stata «da parte della Russia». A questo punto tutti in “conclave” nell’ufficio dell’assessore all’urbanistica Giorgio Mariani: Farioli (PRL), Castiglioni (BaC), Pedotti (PD), Lanza e Sabba (Lista Antonelli) , Folegani e Nardi (Fdi), Tallarida (FI), Orsi, Albani, Tovaglieri e Reguzzoni (Lega). Dopo un lungo tira e molla, arriva la quadra. Mettendo dentro tutto: condanna dell’aggressione russa, no a tutte le guerre, solidarietà al popolo ucraino e accoglienza all’Aprica e nelle strutture comunali. «Essenziale il ruolo di Sabba e Tovaglieri» sentenzia Farioli. Al voto, 24 favorevoli su 24 (con il solo Max Rogora che aveva lasciato l’aula). E tutti a casa, poco prima di mezzanotte, con l’unanimità. Unica “vittima collaterale”, la mozione sulla raccolta puntuale dei rifiuti, che dovrà attendere la prossima seduta.

busto arsizio consiglio ucraina – MALPENSA24