Busto, per riaprire la piscina Manara il gestore chiede soldi al Comune

BUSTO ARSIZIO – Piscina Manara ancora chiusa, trattativa in corso tra il Comune e il gestore Sport Management per la riapertura. La società veronese chiede «collaborazione» rispetto alle difficoltà che sta affrontando dopo tre mesi di lockdown: in soldoni, lo sconto sul canone di concessione e una rinegoziazione del contratto, come previsto dal Decreto Rilancio, ma anche contributi per garantire la sostenibilità economica della riapertura. Sulle cifre però è scontro. Anche perché al tavolo spunta persino una controversia su un vecchio debito che risale all’epoca del passaggio di proprietà del complesso di via Manara da Agesp al Comune, e che Sport Management non intenderebbe riconoscere.

La trattativa

Per ora la società presieduta dal professor Sergio Tosi, che a Busto Arsizio ha trasferito la sua squadra di pallanuoto di serie A, si limita a riferire di aver «mandato, come da accordi, una proposta di riequilibrio economico finanziario in Comune per la riapertura». Senza specificare altro, in quanto «il prof. Tosi per ora in questo tipo di situazione preferisce non rilasciare ulteriori dichiarazioni». Palazzo Gilardoni, dopo il primo round di confronto con Sport Management, ha chiesto di produrre dati precisi, sia per giustificare le perdite previste nel periodo dell’emergenza sanitaria, sia per verificare i dati contabili rispetto alle pendenze pregresse. Il punto di partenza della trattativa è il Decreto Rilancio, che consente per gli impianti sportivi in concessione la rinegoziazione dei contratti e dei canoni. Ma non basterà. Tosi vorrebbe «almeno non rimetterci e coprire le spese». Al momento ci sono due ipotesi di riapertura sul tavolo: la stagione estiva con le vasche esterne dal 15 giugno, oppure quella autunnale da settembre. Per entrambe le opzioni il gestore avrebbe indicato una stima di perdita di qualche centinaio di migliaia di euro, su cui il Comune dovrebbe in qualche modo venire incontro.

La coperta del Comune

L’obiettivo dell’assessore allo sport Laura Rogora è chiaro: «Vogliamo restituire la piscina ai cittadini di Busto». Ma sull’esito del confronto con Sport Management non si sbilancia: «Stiamo cercando di trovare una soluzione, compatibilmente con un bilancio comunale che è già stato rivisto in base all’emergenza Covid». Anche perché sono tante le attività che avrebbero bisogno di aiuto, e la coperta di Palazzo Gilardoni, i cui conti sono già alle prese con il maxi-sconto della Tari approvato all’unanimità dal consiglio comunale, si è fatta inevitabilmente corta.

La crisi di Sport Management

Sport Management, come dichiarato pubblicamente già durante il lockdown, è in difficoltà: su 45 strutture gestite in concessione in tutta Italia, la società presieduta dal professor Sergio Tosi per il momento ha pianificato il riavvio del servizio solo in cinque realtà. Appena una (Cremona) su 21 in Lombardia. Spiegando di essere «riuscita a sbloccare la situazione in atto, grazie alla pronta collaborazione delle amministrazioni comunali proprietarie degli impianti che, recependo le oggettive difficoltà intercorse in questo periodo, hanno accordato all’azienda gli strumenti necessari alla gestione delle strutture in questa nuova fase». E ribadendo, fin troppo chiaramente, che «la piena collaborazione con le amministrazioni comunali e gli enti proprietari degli impianti è la strada imprescindibile da perseguire per poter tornare a riaprire in sicurezza le strutture, nella speranza che si possa comprendere appieno il periodo di estrema difficoltà che l’azienda, con tutte le piscine chiuse da circa 3 mesi, ha dovuto superare».

Riaprono le piscine nel Basso Varesotto. Non a Busto e Gallarate (e Legnano)

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