Inchiesta al nido Tosi a Busto. Il difensore: «Nessuna violenza in quei video»

avvocato davide toscani

BUSTO ARSIZIO – «Nessun episodio violento in quei video. Anzi, per fortuna sono stati girati: in un mese di filmati non è stato registrato alcun maltrattamento in danno dei bambini». E’ molto deciso l’intervento di Davide Toscani (nella foto), avvocato difensore di 4 delle 5 maestre dell’asilo nido Giannina Tosi di Busto, indagate, appunto, per maltrattamenti. «Le mie assistite respingono fermamente gli addebiti che vengono loro mossi nell’avviso di conclusione indagini», aggiunge Toscani.

I filmati risalgono a un anno fa

L’inchiesta era partita da una denuncia presentata dai genitori di uno dei piccoli ospiti del nido l’anno scorso. Il piccolo era stato poi ritirato dalla struttura, e la polizia di Stato di Busto, che ha condotto le indagini, aveva piazzato delle telecamere nascoste che hanno registrato l’attività all’interno della scuola dell’infazia, dal 13 maggio al 12 giugno dell’anno scorso. L’avviso di conclusione indagini è stato depositato pochi giorni fa. In un anno nessuna misura è stata presa nei confronti del nido, che non è mai stato chiuso, né delle insegnanti che a settembre 2019 hanno ripreso la loro normale attività interrotta a marzo 2020 dal lockdown.

Nessun episodio violento nelle immagini

«Le insegnanti operano da numerosissimi anni quali stimate educatrici e mai nella loro vita hanno maltrattato, umiliato, vessato o angustiato i bambini affidati alle loro cure – continua Toscani –   Sono sorprese, stupite, amareggiate, attonite e affrante per questa accusa, tanto grave quanto infondata, che è caduta loro addosso così all’improvviso e che è lontana anni luce dal loro modo di concepire ed esercitare la nobile professione di insegnanti». Il legale prosegue:  «Rilevo peraltro che nelle centinaia di ore di filmati delle telecamere installate nell’asilo (3 telecamere in funzione tutto il giorno dal 13 maggio al 12 giugno 2019) non emerge alcun episodio di maltrattamento inteso come lesioni, umiliazioni, vessazioni o angherie verso i piccoli». Per il difensore si tratterebbe di rimproveri. «A chiunque può scappare una parola inopportuna a volte, in una intensa giornata di lavoro: ciò non significa però che ci troviamo di fronte a un maltrattamento di minore – dice Toscani – Se un bambino fa i capricci perché non vuole mangiare o andare a dormire, ci sta che la maestra usi la propria autorità – se del caso anche alzando la voce – per convincerlo dell’opportunità dell’azione proposta. Ciò non significa certo maltrattare un bambino».

Una caccia alle streghe

La difesa conta molto proprio sui filmati registrati un anno fa: «I filmati – e meno male che sono stati realizzati – danno conto di un clima assolutamente sereno e di un ottimo rapporto tra le mie assistite e i bambini. Peraltro, oltre alle maestre sottoposte ad indagini, nell’asilo erano presenti altre due educatrici ed anche il personale ausiliario (una cuoca e l’addetta alle pulizie per esempio): nessuno di loro (persone adulte e qualificate per giunta) ha mai segnalato alcunché di scorretto né mosso obiezioni circa la condotta delle maestre, sempre improntata al rispetto e alla cura dei bambini. Si tratta di una inammissibile caccia alle streghe e di un caso montato ad arte, orchestrato in danno di maestre che hanno sempre dato anima e corpo all’asilo Tosi, senza mai tirarsi indietro, pur a fronte di difficoltà che pure sono emerse nel tempo: per esempio, un numero di maestre sottodimensionato rispetto al numero e alle esigenze di tanti bambini, a volte assai vivaci».

Presto il giudizio per chiarire

Secondo il legale molti genitori di altri bambini, che in alcuni casi avrebbero già terminato il nido, hanno chiamato sia le maestre indagate che il difensore offrendosi di testimoniare in favore della bontà del lavoro svolto dalle insegnanti. «Ciononostante, in tutti questi anni, le mie assistite hanno visto numerosi genitori e figli rimanere in contatto con loro, una volta terminato l’asilo, in un clima di concordia, stima e amicizia – conclude l’avvocato – Numerose genitori in questi giorni stanno telefonando alle maestre per testimoniare loro vicinanza, solidarietà e affetto. Il mio auspicio è che si giunga presto a giudizio affinchè le mie assistite possano dimostrare, senza ombra di dubbio, la bontà e la correttezza del loro operato e l’insussistenza delle accuse».

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