«Il capo mi ha violentato». Ma era una vendetta. Assolto imprenditore di Busto

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BUSTO ARSIZIO – Imprenditore bustocco accusato di violenza sessuale da una dipendente. Ma era una ripicca e l’uomo, 41 anni è stato assolto nei giorni scorsi con la formula più ampia: «Perché il fatto non sussiste». L’uomo è uscito da un incubo durato 5 anni che ha anche rischiato di frantumare il rapporto con la moglie: di fatto ha sempre respinto le accuse risultando credibile agli occhi del giudice. I fatti contestati risalgono al 2014. «»

Baci e palpeggiamenti

La giovane che aveva sporto denuncia è residente in provincia di Macerta. E proprio tra Civitanova e Villa Potenza di Macerata la ragazza aveva detto di aver subito gli abusi “dal capo”. Il quarantunenne lavora nell’ambito delle fiere di settore. La giovane era stata da lui assunta come hostess in quelle due occasioni durante le quali il bustese stava partecipando a fiere dedicate all’elettronica. La giovane si era rivolta all’autorità giudiziaria dichiarando che in diverse occasioni il quarantunenne l’aveva abbracciata, palpeggiata, le si era strusciato addosso cercando di baciarla. La donna aveva aggiunto che “il capo” le aveva chiesto con insistenza (e la velata minaccia di lasciarla senza lavoro) di avere rapporti sessuali. Richiesta alla quale lei aveva sempre risposto con un secco no dichiarando di essere interessata soltanto al lavoro.

Nessun riscontro alle accuse

La procura di Macerata ha dato il via alle indagini. L’imprenditore si era difeso negando di aver mai approcciato la giovane e spiegando che le false accuse era una ripicca. Una vendetta nei confronti del quarantunenne che, come sottolineato dall’avvocato difensore dell’uomo, aveva in più occasioni ripreso la dipendente trovata a chiacchierare al telefono invece di svolgere il proprio lavoro in fiera. L’uomo aveva anche anticipato alla giovane che insoddisfatto del suo scarso impegno non l’avrebbe più cercata per altri incarichi.

La giovane rischia una denuncia per calunnia

Le indagini hanno rinsaldato la versione dell’indagato. Che sul piatto ha messo un alibi di tutto rispetto. In una delle occasioni in cui lui, a dire della giovane, avrebbe abusato della dipendente il quarantunenne si trovava al cospetto della guardia di finanza per delle certificazioni. Lo stesso pubblico ministero in aula ha chiesto l’assoluzione per l’imputato dichiarando che le indagini non avevano trovato riscontri alle accuse della giovane che, ad un certo punto, sembrava anche sul punto di ritirare la querela. L’assoluzione con formula piena è arrivata dal gup del tribunale di Macerata in sede di rito abbreviato. La ragazza rischia adesso un accusa per calunnia.

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