Roma lo ricorda, Calcinate del Pesce no: una stele per il patriota varesino Daverio

calcinate del pesce daverio
La presentazione del comitato che vuole celebrare il ricordo di Daverio

VARESEAl Gianicolo a Roma un cippo ricorda Francesco Daverio, che insieme agli altri due varesini Enrico Dandolo ed Emilio Morosini si immolò per la patria nella difesa della Repubblica Romana. A Calcinate del Pesce invece, dove Daverio nacque nel 1815, nessun monumento ricorda la sua figura. Si è quindi costituito in città un comitato che punta a realizzare e posizionare una stele in sua memoria.


Aperto un fondo

Il comitato promotore è formato da Piero Zuccato, Giuseppe Ambrosetti, Fabio Bombaglio, Enzo Bolcato, Roberto Gervasini, Carlo Manzoni e Fabio Sgarlata. «A Calcinate non esiste un minimo ricordo di questo nostro eroe – ha detto Zuccato, presidente del comitato – vorremmo mettere in un punto visibile del quartiere una stele a ricordo non solo di Daverio ma per uno stimolo ai giovani per suscitare quell’entusiasmo che era tipico dei giovani del Risorgimento». Chi volesse sostenere l’iniziativa può contribuire tramite un fondo istituito presso la Fondazione Comunitaria del Varesotto (qui le informazioni).

La biografia di Francesco Daverio

Nato a Calcinate del Pesce il 3 Aprile 1815, mazziniano cresciuto tra i giovani patrioti universitari presso l’Università di Pavia si laureò in ingegneria presumibilmente nel 1839. Nel marzo 1848 partecipò alle 5 Giornate di Milano e nell’agosto dello stesso anno, su invito di Giuseppe Mazzini, prestò il suo aiuto come guida a Giuseppe Garibaldi nella sua prima spedizione varesina. Il primo incontro tra Daverio e Garibaldi ebbe luogo il 13 agosto 1848 a Castelletto Ticino. Da qui il piccolo esercito di 800 garibaldini raggiunse prima Arona e quindi, con l’aiuto di battelli a vapore e barconi, Luino il 14 agosto 1848.
La campagna militare durò circa due settimane, caratterizzata dagli scontri di Luino il 15 agosto e di Morazzone il 26 dello stesso mese. Quando infine apparve inevitabile abbandonare una lotta che si era fatta insostenibile a causa della enorme differenza delle forze in campo e si decise la ritirata, Francesco Daverio guidò con sicurezza e perizia gli ultimi 70 uomini rimasti con Garibaldi fino alla salvezza in Svizzera. Prima con una marcia forzata attraverso Buguggiate e Capolago e poi su barche messe a disposizione dai pescatori locali li sottrasse all’accerchiamento delle forze nemiche raggiungendo Calcinate del Pesce. Da qui con una lunga marcia attraverso Morosolo, Casciago, Velate, Sant’Ambrogio, Bregazzana, Alpe del Tedesco, Cavagnana e Borgnana la piccola pattuglia di garibaldini raggiunse Brusimpiano. Con barconi messi a disposizione dai pescatori di Brusimpiano raggiunsero infine la salvezza ad Agno e a Lugano. La conoscenza dei luoghi e la capacità organizzativa di Francesco Daverio furono determinanti per la salvezza di Giuseppe Garibaldi nella circostanza. Nel 1849 Garibaldi lo nominò capo di stato maggiore nella difesa della Repubblica Romana dove il 3 giugno, durante una disperata difesa contro le truppe francesi e austriache, cadde in un assalto alla baionetta. Aveva 34 anni. Sul colle del Gianicolo un cippo lo ricorda insieme ad altri due patrioti varesini, entrambi caduti nella difesa della Repubblica Romana, Enrico Dandolo ed Emilio Morosini.

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