Calenda a Saronno attacca Salvini ma sbatte la porta a Renzi: «Nessuna alleanza»

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SARONNO – Il leader di Azione Carlo Calenda boccia Salvini («Non gli dò del fascista, ma del buffone») e salva l’altra Lega, quella degli «amministratori capaci», ma per ora chiude all’alleanza con Renzi: «Ha sostenuto questo governo, noi siamo all’opposizione. Non è possibile pensare ad un’alleanza in termini nazionali». Così l’esperimento di Saronno potrebbe rimanere confinato all’ambito locale: «Noi siamo qui per sostenere un buon candidato, come la politica dovrebbe essere. Fine della storia». E Calenda invita ad avere «coraggio» nel provare a sfidare la politica italiana. «Non lo faccio per salvare la patria, ma perché è bello. Mi rifiuto di pensare che ci possano essere solo Salvini, Meloni, Toninelli, Zingaretti e boh». Fuori programma con il deputato di Italia Viva Gianfranco Librandi: «Chiudo la porta a Italia Viva? La sbatto. Finché votate tutti i provvedimenti del governo». Ovazione in sala.

L’evento elettorale

Sold out al teatro Giuditta Pasta di Saronno anche per Carlo Calenda, dopo quello di Matteo Renzi, in una campagna elettorale di Saronno che ha visto passare molti leader nazionali (anche Matteo Salvini). Europarlamentare, ex ministro dello sviluppo economico, Calenda è il fondatore di Azione, dopo aver lasciato il PD in seguito alla nascita del governo giallorosso in alleanza con il Movimento Cinque Stelle. A Saronno sostiene Pierluigi Gilli, candidato di una coalizione formata da Azione, Italia Viva, +Europa e Unione Italiana con la lista civica “Con Saronno”. Una scelta che risponde ai criteri di «pragmatismo e serietà» che guidano la sua azione politica. «La rottura – spiega Calenda, intervistato dal giornalista Roberto Poletti – è dire che io a questo gioco non ci gioco, il candidato lo scelgo sulla qualità. Con la storia del meno peggio siamo arrivati a votare il peggio in assoluto. Le persone ragionevoli di centrosinistra e centrodestra, che si ritroveranno a scegliere tra Di Maio e Salvini, non hanno rappresentanza».

Contro sovranisti e populisti

Ma agli alleati saronnesi di Italia Viva – nelle prime file il deputato Gianfranco Librandi (ma c’è anche il candidato di Forza Italia Luciano Silighini) – lo dice chiaramente: «Questo governo sta portando a sbattere il Paese, a sbattere i progressisti e i liberaldemocratici – avverte Calenda – non si fa un compromesso con chi ha valori diversi dai tuoi. Noi dovevamo andare alle elezioni e farli scomparire i 5 Stelle. Invece anche con questa bufala di referendum li faremo rinascere». La sfida di Azione è creare un polo alternativo a sovranisti e populisti: «Quello che si può fare è costruire un’area molto ampia, bene se poi amici di Italia Viva, Forza Italia e +Europa si vorranno unire a noi». E sulle prossime sfide amministrative di Varese, Gallarate e Busto Arsizio, Calenda ribadisce: «Noi dialoghiamo con tutte le forze che non siano sovraniste (Lega e FdI) o populiste (5 Stelle). Con FI, PD, IV, +Europa: se trovano candidati come si deve, li appoggiamo, altrimenti li troviamo noi e ce li facciamo appoggiare». Nella terra della Lega, l’ex ministro sfida apertamente Salvini, prima ancora che la Lega stessa. «Io credo che esistano “Leghe” diverse – spiega il leader di Azione – esiste Salvini, che non propone mai niente. Se dici che la cosa fondamentale è espellere 600mila irregolari, poi ne espelli meno di Alfano e dici che erano 80mila, sei una persona poco seria. Ma esistono amministratori della Lega capaci, come Zaia. Io non dirò mai che qualcuno non è bravo solo perché è di un partito diverso». Ma su Attilio Fontana ha un giudizio diverso: «Non mi sembra tanto capace, onestamente. Però io sono prudente nei giudizi perché ha gestito una situazione come quella che si e manifestata in Lombardia, ma mi è sembrato uno che cercava un perenne scontro con il governo. Anche per me questo governo è incapace ma quando c’era il lockdown io me ne stavo zitto. Chi fa l’amministratore pubblico è tenuto ad una compostezza nei giudizi. Se è così, si fa così. Poi se ne discute dopo».

Nuova classe dirigente

Però il modello Saronno ha un suo perché: «Il problema dei politici è che non hanno più contatto con il territorio, abbiamo bisogno di persone che hanno contatto così da costruire la rappresentanza». La selezione della classe dirigente è uno degli obiettivi di Azione: «Oggi ci sono i politici-eco, che ripetono le nostre preoccupazioni senza mai offrire soluzioni – afferma Calenda – ma scompare la verità, la realtà, l’essenza delle cose. Ed è un mostro che abbiamo generato noi, non è che Di Maio è arrivato alla Farnesina e ha citofonato per chiedere di diventare il ministro degli esteri. Eppure nessuno affiderebbe un bar a Di Maio e Salvini, e allora perché affidiamo loro lo Stato? È perché non lo sentiamo nostro. Fino al momento in cui non arriva un’epidemia che fa la differenza tra la vita e la morte o in cui non scade la cassa integrazione, che fa la differenza tra la povertà e una vita dignitosa».

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