Camping Azzate, il sindaco Bernasconi: «Il Comune ha fatto quanto gli competeva»

AZZATE – Questa sera, giovedì 31 marzo, ad Azzate si svolgerà un consiglio comunale dedicato alla situazione del Camping Sette Laghi, finita al centro del dibattito locale e non solo dopo i recenti servizi trasmessi dal tg satirico “Striscia la Notizia”. A richiedere l’incontro è stata l’opposizione. In vista dell’assemblea il sindaco Gianmario Bernasconi ha voluto ricostruire nei dettagli la questione.

La vicenda

La vicenda del camping si trascina da tempo, dopo anni di travagliate vicende giudiziarie. Nel luglio del 2021 la struttura è stata venduta all’asta per un importo di 1.100.000 euro in seguito a diverse aste andate deserte. L’area al momento si presenta piena di rifiuti abbandonati, che non sono stati smaltiti in modo corretto. Una situazione su cui ha voluto fare luce Max Laudadio in alcuni servizi andati in onda sulla trasmissione di Canale 5 “Striscia la Notizia”. Il caso è diventato quindi politico, con l’opposizione che ha chiesto le dimissioni del sindaco. Il primo cittadino Gianmario Bernasconi, in vista del consiglio comunale di questa sera, ha fatto pervenire un lungo comunicato in cui sottolinea che l’amministrazione comunale in questi anni ha fatto tutto quello che era di sua competenza.

La nota del sindaco

Entriamo nel merito della questione del campeggio che inizia nel lontano 2011 quando, a seguito della rilevazione di abusi edilizi, il Comune ha emesso ingiunzione di demolizione e restituzione in pristino. Stiamo parlando della più grande operazione demolitoria di abusi edilizi della Provincia di Varese, forse della Lombardia. 414 manufatti edilizi abusivi.
Medio tempore alcuni soci del campeggio “I Sette Laghi” hanno formulato ipotesi interlocutorie all’Amministrazione Comunale (immagino si tratti delle “proposte” cui si riferiscono gli Avvocati Zanzi e Ambrosetti, nel loro articolo su La Prealpina di qualche giorno fa), alle quali l’Amministrazione ha risposto evidenziando la necessità che qualunque proposta rispondesse a delle invarianti (obiettivi intransigibili) e precisamente: il ripristino della legalità e cioè la piena e completa ottemperanza all’ordinanza demolitoria, il pieno rispetto del vigente PGT, che prevede che nell’area possa insistere solo una struttura ricettiva all’area aperta (campeggio), il ripristino della connettività ecosistemica, sia fronte lago, sia nella parte prospicente all’ingresso all’area campeggio, l’allontanamento dal demanio lacuale.
Delle suddette “ipotesi interlocutorie” non vi è stato alcun seguito. Per inciso vale la pena di precisare che questi obiettivi intransigibili sono gli stessi che anche oggi l’Amministrazione comunale chiede siano rispettati, tanto che sono inseriti nella Delibera di Consiglio sulla rigenerazione urbana, nella parte che interessa il campeggio. L’ordinanza demolitoria del 2011 rimane in sospeso fino a quando diventa esecutiva la sentenza del Tar, a fine 2017. Con Delibera di Giunta Comunale n. 12 del 16/01/2018 vengono stabilite le modalità operative con cui gli uffici dovevano eseguire i sopralluoghi di ottemperanza all’ordinanza, finalizzati alla verifica della progressione delle operazioni.
La società “I Sette Laghi” ha condotto le demolizioni fino a ridosso del fallimento dichiarato in data 17/06/2019. Da tale data in poi le operazioni di demolizione sono state condotte dal fallimento, attraverso la figura del curatore fallimentare. In tutto questo periodo il Comune ha effettuato numerosi sopralluoghi, riscontrando il progressivo adempimento dell’ordinanza demolitoria e di rimessa in pristino.
Nel sopralluogo del 10/12/21, il Comune ha rilevato il completamento della parte demolitoria, ma non della parte della rimessa in pristino, in quanto i lavori erano ancora in corso e sull’area residuava ancora un’importante quantità di materiale misto derivante dalla demolizione dei fabbricati abusivi. Il Comune ha quindi ordinato al fallimento il completamento delle operazioni con la totale rimozione dei materiali ancora presenti (ordinanza n. 11 del 2022).
Qualche giorno dopo il sopralluogo, la proprietà dell’area transitava dal fallimento all’acquirente. A gennaio del 2022 il fallimento, che stava completando le operazioni di rimozione delle macerie, comunicava al Comune il rinvenimento di eternit sul terreno; comunicava altresì di aver provveduto immediatamente alla messa in sicurezza e alle procedure di legge (piano lavori, comunicazione ad ATS) e successivamente inviava documentazione dell’avvenuto smaltimento. Nel sopralluogo del 24/02/22, in presenza delle parti, finalizzato alla verifica del completamento delle operazioni, è stato verificato che parte del materiale di risulta, riscontrato nel sopralluogo del 10/12, è stato lasciato sul posto e non ancora smaltito.
Inoltre in una stradina che precedentemente era risultata libera, vi era la presenza di un abbondante deposito di rifiuti apparentemente sempre derivanti dalle demolizioni. Durante il sopralluogo, il curatore fallimentare presentava documentazione del completamento delle attività di sua competenza e dell’esaurimento delle risorse economiche messe a disposizione dal tribunale.
Il 02/03 il Comune comunicava avvio del procedimento nei confronti della proprietà finalizzato all’emissione di ordinanza per garantire il completamento delle operazioni di rimozione e rimessa in pristino. A seguito di comunicazione del 7/03/22 da parte della proprietà riguardo alla presenza di materiale potenzialmente pericoloso, il Comune chiedeva di far fare la verifica su tale presenza dai tecnici specializzati della proprietà e fissava sopralluogo per il 10/03/22; sopralluogo poi rinviato al 17/03/22 a causa di impossibilità sopravvenuta alla proprietà.
Durante il sopralluogo, veniva verificato lo smaltimento dell’eternit e contestualmente la presenza di lana di roccia. Il giorno successivo il Comune ordina l’immediata messa in sicurezza di questo materiale potenzialmente pericoloso e il successivo smaltimento. La Polizia Locale ha inviato una informativa all’Autorità Giudiziaria in quanto le evidenze emerse durante gli ultimi sopralluoghi pongono la questione non solo dal punto di vista edilizio, completamento dell’ottemperanza all’ordinanza del 2011, ma anche dal punto di vista della tutela ambientale per la presenza di rifiuti pericolosi e per la presenza di rifiuti in aree precedentemente sgombre.
Il Comune ha quindi comunicato sia al curatore fallimentare, sia alla nuova proprietà, l’avvio del procedimento per l’emissione di un’ordinanza ex art. 192 Testo Unico Ambiente. A riguardo di questa annosa vicenda, il Comune di Azzate fin dal 2011 ha fatto, sta facendo e continuerà a fare tutto ciò che è di sua competenza senza risparmio di energie, ha tutelato la comunità da tutti i punti di vista e se ci sarà bisogno di intentare azioni giudiziarie o interventi straordinari anche con il supporto delle istituzioni superiori lo farà senza remore alcune.