Canyoning che passione: 20 forre mappate dai “Rospi” del Cai di Varese

canyoning

VARESE – In meno di due anni hanno mappato una ventina di forre in provincia di Varese. Il “Gruppo Rospi” del Cai di Varese ha iniziato nel 2019 un’opera, che prosegue tuttora, di esplorazione e sistemazione delle cascate nascoste nelle valli più impervie del varesotto. Il tutto per la gioia degli appassionati di canyoning, disciplina che si sta diffondendo sempre più sul territorio.

Esplorazioni proficue

Protagonisti di questo lavoro fatto di tanta passione e voglia di fare sono una decina di giovani del Gruppo Speleologico del Cai di Varese, che hanno voluto dare vita ad un sottogruppo dedicato al canyoning (in italiano torrentismo). Un’attività sportiva che si è diffusa solo negli ultimi anni, e consiste nella discesa di strette gole percorse da piccoli corsi d’acqua. Da qui il simpatico nome dei “Rospi” che il gruppo si è attribuito. Due anni fa hanno dato il via all’esplorazione delle Prealpi varesine, per effettuare un monitoraggio completo delle forre presenti. Nel 2019 ne sono state mappate una decina, un lavoro ripreso poi nel 2020 in seguito al primo lockdown e in questa primavera 2021. Ora sono più di 20.

Mappatura e manutenzione

L’opera dei giovani del Cai di Varese non consiste semplicemente nella mappatura dei percorsi, ma anche in una sistemazione dei punti privi di ancoraggio, a favore di una fruizione più sicura da parte degli appassionati della disciplina. Ogni forra viene visitata ciclicamente, con sopralluoghi volti ad effettuare attività di manutenzione. «In questo periodo – spiega Peter Lindner del Gruppo speleologico Cai Varese – stiamo effettuando dei controlli sui percorsi che avevamo già attrezzato. Lo scorso autunno ci sono state diverse bombe d’acqua in provincia e andiamo a controllare se ci sono piante nell’alveo dei fiumi». Un esempio è quanto capitato a Cittiglio, lungo il torrente San Giulio. Dopo la tempesta di ottobre a Vararo alcune pozze si sono insabbiate e una catena è stata strappata dalla piena. Ora è stato tutto sistemato.

Importanti scoperte

Il lavoro svolto in questi anni dagli speleologi del Cai varesino ha permesso di scoprire nuove forre ancora non conosciute. «Siamo tutti escursionisti – spiega Lindner – e quando andiamo in giro per i boschi teniamo sempre gli occhi aperti per vedere se c’è qualche torrente selvaggio o valle profonda. Anche guardando le cartine si riesce ad avere un’idea: nel caso organizziamo un’uscita per verificare il potenziale della zona». E queste esplorazioni spesso hanno un esito fortunato. «A Rancio Valcuvia abbiamo scoperto che a monte delle cascate del Rio Casc c’era una forra bellissima che nessuno aveva mai sceso. Il percorso è stato attrezzato molto bene ed è percorribile anche dopo forti piogge».

Un movimento in crescita

Grazie all’impegno dei “Rospi” sempre più amanti del canyoning potranno vivere nuove emozioni nelle valli del varesotto. Ma è bene ricordare che si tratta di una disciplina in cui non ci si può improvvisare: prima di poter scendere ripide cascate è necessario seguire un corso. «Noi del Cai di Varese – spiega Lindner – stiamo completando il percorso per diventare istruttori e dal prossimo anno puntiamo ad organizzare delle attività formative. Il Covid ha rallentato i nostri piani». Tra tutti i percorsi del varesotto Lindner ne consiglia in particolare in due agli appassionati di torrentismo. Uno è il torrente Molinera, che scende dal Lago Delio fino a Zenna, con una sequenza di 50 cascate (per i più esperti). L’altro è il San Giulio a Cittiglio, per i meno esperti.