Situazione carceri, rapporto Antigone: Busto e Varese da record sovraffollamento

Reati in leggera ripresa ma sempre in calo (-12,6%) rispetto al 2019. E’ quanto emerge dal 18esimo rapporto di Antigone-Le carceri viste da dentro, sulle condizioni di detenzione in Italia. Torna a salire il numero dei detenuti (dopo il calo registrato durante il lockdown): si è passati dalle 53.364 presenze della fine del 2020 alle 54.134 della fine del 2021 e, a fine marzo 2022, i detenuti nelle nostre carceri erano 54.609, con un tasso di affollamento ufficiale medio del 107,4% (ma quello reale – rileva l’associazione – è certamente più alto).

Busto e Varese

In alcune regioni il tasso di affollamento medio è infatti decisamente più alto della media nazionale del 107,4%: in Puglia è pari al 134,5%, in Lombardia al 129,9%. Alcuni istituti presentano tassi di affollamento analoghi a quelli che si registravano al tempo della condanna dell’Italia da parte della Cedu. Per restare in Lombardia, a fine marzo l’affollamento a Varese era del 164%, a Bergamo e a Busto Arsizio del 165% e a Brescia “Canton Monbello” addirittura del 185%.

Calo degli ingressi in carcere

Aumentano i detenuti, ma si registra un netto calo negli ingressi, passati dai 92.800 del 2008 ai 35.280 del 2020, per poi risalire, per la prima volta in molti anni, e fermarsi a 36.539 nel 2021. 

Il dato, secondo Antigone, “è sorprendente: il calo degli ingressi è certamente frutto delle misure adottate dal 2012 in poi per il contrasto del cosiddetto fenomeno delle ‘porte girevoli’, l’ingresso in carcere di persone per periodi brevi o brevissimi”. I detenuti con condanne in via definitiva erano il 69,6% dei presenti al 31 dicembre scorso, mentre 10 anni fa erano il 56,9%. “Una crescita – rileva l’associazione – di 10 punti percentuali in 10 anni. Da tempo infatti si registra una costante tendenza alla riduzione del ricorso alla custodia cautelare e dunque, in proporzione, alla crescita tra i presenti di persone con una condanna definitiva. Però i numeri sono ancora altissimi”, si sottolinea nel rapporto.

I reati

reati più presenti sono quelli contro il patrimonio (31mila), quelli contro la persona (23mila) e le violazioni della normativa sulla droga (19mila). Seguono a una distanza significativa le violazioni della normativa sulle armi (9.249), reati contro la pubblica amministrazione (8.685), di stampo mafioso ex 416 bis (7.274) e contro l’amministrazione della giustizia (6.471). Tra i reati in diminuzione anche gli omicidi: 289 nel 2021, 4 in più rispetto al 2020 ma 25 in meno rispetto al 2019. Nel 1990 erano 3.012, 10 volte in più rispetto a oggi. La metà (144) sono stati commessi in ambito affettivo: il 40% circa delle vittime (ovvero 116) sono state donne (erano il 35% nel 2019), di cui la quasi totalità (100) uccise in ambito familiare/affettivo. In 68 casi a commettere il reato è stato un partner o ex partner.

I suicidi

Per quel che riguarda il numero dei suicidi, l’associazione rileva che solo in questi primi mesi del 2022 sono 21 i suicidi avvenuti in carcere (dati aggiornati al 23 aprile scorso). Nel 2021 il numero di suicidi in carcere, secondo i dati pubblicati dal Dap, è stato pari a 57. Nel 2020 – si legge ancora nel rapporto – il tasso di suicidi era pari a 11,4, superiore alla media europea annuale attestatasi a 7,2 casi ogni 10mila persone detenute. 

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