Caso Salis: l’avvocato pronto al ricorso alla Corte Europea di Strasburgo

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L’avvocato di Ilaria Salis, l’insegnate monzese a processo in Ungheria con l’accusa di tentato omicidio colposo per il presunto pestaggio di un militante nazifascista, sta valutando il ricorso alla Corte europea di Strasburgo per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Eugenio Losco, legale della 39enne sedicente antifascista, le cui immagini del processo che la hanno vista entrare in aula incatenata hanno sollevato polemiche in tutta Italia e detenuta a Budapest da oltre 10 mesi, ritiene che le condizioni in cui Salis è trattata violino i diritti umani. Il legale e la famiglia Salis hanno come obiettivo, e per questa ragione si sono rivolti al Governo italiano, quello di riportare Ilaria in Italia, ai domiciliari. I suoi genitori, in primis il padre Roberto che si batte per lei dal giorno del suo arresto, sono ancora a Budapest, dove hanno incontrato la figlia, oggi hanno in programma anche l’incontro con l’ambasciatore italiano in Ungheria.    

Il presidente del Senato: non rispettati diritti del detenuto 

“La nostra legge vieta che venga esibito il detenuto con le manette e questo non è avvenuto in Ungheria e su questo credo sia giusto intervenire“. Lo ha detto oggi nel suo intervento radio a Rai3 il presidente del Senato Ignazio La Russa, precisando quanto sia fondamentale non umiliare il detenuto, avere rispetto della dignità della persona anche quando è detenuta per reati gravi”.  

Servizio penitenziario ungherese: falsità sulla detenzione 

Sulle condizioni di detenzione di Ilaria Salis, “le accuse mosse dai media italiani e ungheresi sono false e l’organizzazione carceraria le respinge con forza”. Lo ha scritto in una nota il servizio statale penitenziario ungherese, che definisce “triste e immorale il fatto che queste calunnie siano riportate dalla stampa senza consultare la controparte“.

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