Lo sfogo di Imen, influencer di Cassano: «Mio papà musulmano senza sepoltura»

CASSANO MAGNAGO – «Avrei voluto con tutto il mio cuore che papà fosse seppellito qui, vicino a me, in Italia. Invece mi tocca l’umiliazione di fargli prendere un volo per portarlo in un altro Paese, perché il mio è insensibile perfino ai diritti post mortem». È rassegnata e ferita Imen Bouhlarajane, influencer di Cassano Magnago. Poche parole, le sue, ma da cui emergono senza equivoci sia il dolore per la perdita del padre – scomparso pochi giorni fa – sia l’amarezza di sentirsi privata di un diritto. Quello di non riuscire a trovare un cimitero («tra la Lombardia e il Piemonte») per una sepoltura con rito musulmano. L’unica soluzione possibile: il trasferimento della salma nel suo paese di origine, il Marocco.

«Un problema di integrazione, un problema politico»

Un provvedimento obbligato, per far fronte a un problema «che interessa una comunità intera, perché sono tantissime le persone che si trovano nella stessa situazione». Essenzialmente è «una questione di integrazione e, quindi, politica». Infatti, aggiunge l’influencer cassanese, «l’Italia è un Paese laico e aconfessionale: prevedere spazi per confessioni diverse da quella dominante non è solo un atto di civiltà, è un diritto di tutti i cittadini. Eppure c’è qualche partito che in questi anni ha portato avanti campagne d’odio perfino contro i morti “diversi”, colpevoli di snaturare il cimitero “tradizionale”».

I tentativi

Non che non ci siano stati i tentativi per trovare una soluzione che evitasse di trasferire la salma in Marocco. A partire da Cassano, il Comune di residenza di Imen: «Abbiamo trovato grande disponibilità da parte dell’assessore Rocco Dabraio. Ha spiegato che adibire il cimitero in città per i riti musulmani è tra i progetti futuri. Ma ora non ci sono le condizioni. E ovviamente non si può trovare uno spazio in poco tempo». Da qui, la ricerca di un lembo di terra «dignitoso» fuori dai confini comunali: «Io e la mia famiglia abbiamo passato le ultime 24 ore a setacciare cimiteri tra la Lombardia e il Piemonte, sperando di trovarne uno. Tentativo fallito. I pochissimi in zona che danno la possibilità di accedere a riti funebri diversi da quello cristiano, sono già pieni». Come il cimitero di Bergamo. Tentativi anche a Varese ma «è a disposizione solo per i residenti».

Il rito funebre

In cosa consiste il rito funebre di cui parla la 27enne? Per musulmani ed ebrei è previsto che «la sepoltura avvenga esclusivamente in terra (no loculi, no cremazione) e che il corpo, una volta sepolto, non sia mai riesumato, cosa che accade invece normalmente nei cimiteri italiani passati dieci anni. Inoltre le diverse fedi devono avere spazi cimiteriali separati».

L’appello

Nessun risultato. «Mio padre – aggiunge Imen – era qui dagli anni Ottanta; non è bello pensare che il Paese in cui vivi da così tanto tempo non ti aiuta». E questo vale «in particolare nel nord Italia». Il motivo, secondo l’influencer, è che «forse la parola musulmano fa paura». Inevitabile, quindi, pensare al futuro: «Sono nata e cresciuta in Italia, mi dispiacerebbe che, un giorno, qualcuno dovesse essere in difficoltà per me: altri Paesi, come Francia o Germania, sono molto più avanti». Parole che trasformano lo sfogo di un momento delicato, in un vero e proprio appello.

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