Cassano, vicesindaco escluso dalle foto del Parco. FI: «Non siamo fessi»

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CASSANO MAGNAGO – Le ultime scaramucce a Cassano Magnago prima del silenzio elettorale riguardano la cerimonia del taglio del nastro del Parco di Città, avvenuta lo scorso sabato 4 giugno. Forza Italia accusa il sindaco Nicola Poliseno (che sostiene il candidato Pietro Ottaviani) di aver escluso scientemente dalle foto dell’evento il vicesindaco Osvaldo Coghi, candidato degli azzurri insieme alla Lega. «A vess trop bun sa passa par cujun», scrivono i berlusconiani in un comunicato stampa. Che tradotto dal dialetto sarebbe: «I troppo buoni vengono confusi per fessi».

Fuori campo 

Premesso che ciascuno utilizza i social non istituzionali come meglio crede, Forza Italia invita ad analizzare il post pubblicato su Facebook dal sindaco Nicola Poliseno in occasione dell’apertura del Parco di città. «In 22 immagini dell’evento (nella foto in alto a sinistra Coghi è nascosto da don Andrea) non una sola volta si vede il vicesindaco: un caso o una scelta ben precisa? Le fattezze di Coghi e la sua vicinanza nel corso di tutta la cerimonia al Sindaco stesso, constatabile dai presenti e nelle fotografie di alcune testate giornalistiche (nella foto in alto a destra) , ne fanno escludere la casualità e svelano un disegno preciso, immaginato già da tempo». 
Già lo scorso 25 aprile, infatti, durante la cerimonia ufficiale Poliseno volle Ottaviani al suo fianco, relegando Coghi in secondo piano (nella foto in basso). Allora le strategie elettorali non erano ancora state palesate, ma erano già evidenti. 

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Doppia umiliazione 

Dopo la doppia umiliazione subita, ora Coghi reagisce tramite il suo partito. «Vogliono prendersi tutti i meriti quando questi vanno condivisi con altri, almeno con quella parte che noi rappresentiamo», dice Forza Italia. «C’eravamo anche noi a conseguire quei risultati e non ce ne vergogniamo. Quei risultati sono arrivati con il contributo di tutti e non riconoscerlo è mancanza di onestà».
E concludono: «Siamo stati esclusi volontariamente da un disegno preordinato e preparato da tempo che si è rivelato tale solo pochi giorni prima della chiusura delle liste cui non si poteva soccombere, in ragione di ciò che è per noi l’impegno politico per un servizio alla nostra gente. Non avremmo potuto scendere a patti con questo paternalismo in cui è degenerato il “metodo Cassano”, divenuto la sola somma di interessi personali». 

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