Castellanza, evasione all inclusive: sequestri per un milione. Via anche i fondi pensione

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CASTELLANZA – Servizio evasione “all inclusive”: sequestrati beni per un milione di euro. Ai tre arrestati lo scorso 13 febbraio dalla guardia di finanza di Varese, al termine dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Nadia Calcaterra, sono stati “sigillati” conti corrente, fondi pensione e case. Il Gip di Busto Arsizio Stefano Colombo ha convalidato il sequestro d’urgenza ieri, giovedì 10 marzo. Il sodalizio, secondo la procura, forniva ai “clienti” un servizio completo per poter evadere e frodare il fisco.

Hanno ammesso gli addebiti

L’azione della procura di Busto Arsizio non si ferma. Anche perché gli arrestati, interrogati dal pm, hanno ammesso gli addebiti confessando. Cosa? Una frode fiscale, costata due anni di indagini, che, attraverso la costituzione di società “cartiere”, ha permesso agli indagati di emettere ingenti volumi di fatture per operazioni inesistenti. Gli stessi, ricevuto il pagamento, hanno successivamente provveduto a retrocedere il denaro in contanti ai propri “clienti” beneficiari delle fatture false, dietro la corresponsione di una provvigione dal 5% all’8% dell’imponibile indicato in fattura.

Aziende, Rolex e Cartier

Sono state 70 le aziende sotto indagine che, dal 2017 al 2021, hanno beneficiato complessivamente di 30 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti oltre all’Iva indebitamente detratta per 4 milioni di euro. Nel corso dell’esecuzione del provvedimento, le Fiamme Gialle hanno perquisito abitazioni ed aziende con il supporto di 3 unità cinofile “antivaluta” (cash-dog) e con l’ausilio di scanner di ultima generazione al fine di rilevare la presenza di denaro contante appositamente nascosto nei luoghi nella disponibilità dei 3 arrestati. Infatti, proprio durante tali operazioni di ricerca delle banconote sono state trovate oltre 40 carte di credito usate per ritirare il contante e, nascosti in un’intercapedine, 260 mila euro in contanti, insieme ad orologi di pregio quali Rolex e Cartier.

La cifra tonda

Oggi si arriva al milione. In sintesi le società, stando all’accusa, non produceva niente. La loro esistenza era esclusivamente cartolare per un brevissimo periodo e strettamente funzionale a creare l’evasione di cui beneficiavano “i clienti” della cartiera, per poi sparire senza lasciare alcuna traccia. Il sodalizio, al fine di mascherare il proprio operato reclutava numerosi “prestanome” posti formalmente a capo delle società facenti parte dello schema fraudolento.

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