Centro ricerche nell’ex scuole De Amicis primo step per la rinascita di Valle Olona

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VARESE – Un centro ricerca che punta a creare sviluppo e lavoro in ambito transfrontaliero, grazie ai nuovi e potenziati collegamenti, coinvolgendo il cantone Ticino e Lugano e che, da Varese, arriva fino alle province di Como, Monza Brianza e Milano. Un progetto inoltre, che non prescinde in prima battuta dal recupero delle ex scuole De Amicis e punta alla rigenerazione dell’asta un tempo industriale di Valle Olona. Porzione di città da anni degradata e che ritroverebbe così la propria originale vocazione economica industriale in chiave moderna e innovativa.

Quanto sopra è in sintesi il progetto elaborato dai funzionari di Palazzo Estense, con il quale l’amministrazione parteciperà a una serie bandi pubblici per drenare risorse utili alla sua realizzazione. In primis al bando Italia City Branding. Che mette a disposizione 1 milione di euro, come finanziamento massimo. Fondi che verranno utilizzati per la copertura delle attività professionali e delle spese connesse alla stesura del progetto esecutivo (600 mila euro) e per attività di stakeholder engagement (400 mila euro). A questi si aggiungeranno circa 200 mila euro messi a disposizione dell’amministrazione a supporto delle attività di progettazione della riqualificazione edilizia e ambientale del sito individuato come sede del centro di formazione e ricerca e delle relative infrastrutture.

«Il progetto che abbiamo presentato è stato realizzato grazie al fondamentale contributo The European House Ambrosetti, – afferma il sindaco Davide Galimberti – che ringrazio per aver creduto nell’opportunità offerta dal bando e aver offerto gratuitamente le proprie enormi competenze nella redazione del progetto in ragione del legame che ha con la città di Varese. Nei giorni scorsi abbiamo anche condiviso la nostra proposta con la cabina di regia che coinvolge a livello comunale le associazioni di categoria, il mondo del lavoro e delle professioni. L’obiettivo, a prescindere dall’esito del bando, soprattutto in questo momento, è quello di continuare a lavorare sullo sviluppo della città e a pensare possibili ulteriori opportunità che possono arrivare da contributi statali, europei o regionali per accrescere le possibilità per imprese e lavoratori nonché rigenerare parti importanti della città».

Il primo passo

I documenti presentati sono di fatto un progetto modulare, dove il centro ricerche altro non è che il primo step, ma anche il motore che potrebbe portare sul territorio fino a 8 milioni di euro di finanziamenti pubblici nell’arco di 5 anni, da riversare anche sulla riqualificazione produttiva e abbandonata di Valle Olona (ex concerie, ex dogana, ex cartiera per intenderci) senza consumare altro suolo. Questo primo modulo, ovvero recupero e realizzazione del centro ricerca, potrebbe essere rapidamente operativo e la finalità di accompagnare le imprese del territorio nel processo evolutivo verso la mobilità avanzata, offrendo al sistema produttivo del territorio servizi di formazione e di consulenza tecnologica.

Il piano finanziario

Gli interventi previsti prioritariamente per dare vita al centro di ricerca prevedono la riqualificazione della ex scuola “De Amicis”  è circa 1 milione di euro. Ma il progetto complessivo, che prevede appunto la realizzazione di altri interventi migliorativi e funzionali è di 5 milioni di euro. Da investire sui collegamenti quali le strade principali di accesso all’ambito industriale per circa 1 milione e 100 mila euro; la riqualificazione ambientale di un’area dismessa per una superficie pari a circa 18 mila metri quadrati, la realizzazione di opere idrauliche di interesse pubblico per un importo stimato di 785 mila euro e parcheggi per un importo complessivo di circa  3 milioni di euro.

Perché Valle Olona

L’area individuata in due parole è: strategica e baricentrica. Valle Olona, per decenni brand produttivo della Città Giardino, pur essendo al di fuori del nucleo cittadino, è collegata dal trasporto pubblico locale, si trova a soli 6 km dal confine con la Svizzera e, grazie alla presenza della strada statale SS 342 che costituisce parte portante del sistema tangenziale di Varese, è direttamente connessa alla rete autostradale e quindi a Milano e all’aeroporto. Non solo.

Il sistema ferroviario italo svizzero oggi consente collegamenti tra Varese, Lugano e Como molto rapidi. E se si alza lo sguardo puntandolo a un orizzonte più a lungo raggio non si può non evidenziare che lungo la direttrice che collega la megalopoli padana con quella di Zurigo Berna a Nord della catena alpina vi sono il nuovo polo della ricerca e della formazione di Rho Fiera, il progetto dei nuovi scali ferroviari di Milano, il potenziamento dei porti di Genova e Rotterdam, le nuove aree produttive lungo il confine franco-tedesco. E, non va dimenticato poiché qui Varese davvero giocherebbe un ruolo strategico, il progetto della Città-Ticino.

«Abbiamo presentato un progetto di sviluppo che ha come obiettivo quello di posizionare la città a livello internazionale sul tema della mobilità sostenibile, la ricerca e la formazione – spiega l’assessore alle Attività produttive Ivana Perusin – Una idea che contribuirà al city branding di Varese rendendola polo di riferimento anche per queste tecnologie, come già ipotizzato in uno studio recente di Confartigianato su un’area vasta che comprende le province di Milano, Monza e Brianza, Como e Lecco in Lombardia, e di Verbania-Cusio-Ossola e Novara in Piemonte. Il nostro territorio è strategico per un possibile hub della mobilità avanzata, nel cuore del Nord Ovest dell’Italia e collegato con le direttrici europee delle catene globali del valore del settore automotive, come Francia e Germania».

Varese polo di innovazione e ricerca

In termini di ricadute per il sistema produttivo, il centro di formazione e ricerca si estenderà anche al complessivo sistema lombardo fino ai territori limitrofi del Piemonte e del Canton Ticino. Infatti, recenti studi di Confartigianato Imprese Varese e The European House – Ambrosetti, parlano di “Un nuovo hub della mobilità avanzata quale driver dello sviluppo è la sostenibilità”. E indicano che il cluster lombardo-piemontese allargato della mobilità avanzata formato dalla provincia di Varese e dalle 6 province confinanti o limitrofe (Milano, Monza e Brianza, Como, Lecco, Verbania-Cusio-Ossola e Novara) coinvolge potenzialmente una base di oltre 1.500 imprese, con circa 83.400 occupati e ricavi complessivi per 44 miliardi di Euro. Il perimetro potenzialmente attivabile è costituito da micro-imprese (con meno di 2 milioni di euro di fatturato) attive lungo tutte le attività della filiera da monte a valle. Nella sola Provincia di Varese, il sistema produttivo potenzialmente coinvolgibile riguarda una base di oltre 200 imprese, con circa 6.000 occupati e ricavi per 2,5 miliardi di Euro.

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