Tentato omicidio di Cittiglio, via al processo: vittima e imputato in aula

CITTIGLIO – Via al processo per il tentato omicidio di Cittiglio dello scorso 20 marzo, quando un 29enne, di prima mattina, aggredì con uno strofinaccio imbevuto di ammoniaca la donna che in quel periodo lo stava ospitando.

Le parole della vittima

In aula, davanti ai giudici del tribunale di Varese, il dibattimento si è aperto con le parole della vittima dell’aggressione, una donna di 40 anni che ora è parte civile nel procedimento, dove è assistita dall’avvocato Simona Ronchi. La donna, con la voce più volte interrotta dall’emozione, ha ricordato il risveglio improvviso dovuto all’odore dell’ammoniaca, la colluttazione e poi la fuga dalla stanza da letto.

L’alcol e la droga

Fu il giovane, difeso dagli avvocati Corrado Viazzo e Valentina Commisso, a chiamare per primo i carabinieri e a farsi trovare in strada all’arrivo dei militari del Nucleo radiomobile di Luino. La sera prima dell’aggressione il ragazzo aveva abusato di alcol e droga ed è per questo che – stando a quanto da lui stesso dichiarato poco dopo i fatti – avrebbe confuso la 40enne con la sua fidanzata.

I rapporti tra vittima e aggressore erano buoni, prima del presunto raptus, scattato mentre la 40enne era sola in casa con i sui due bambini: «Lo ospitavo ogni volta che veniva cacciato da casa», ha dichiarato la persona offesa.

La richiesta dei domiciliari

Un’altra casa, quella della madre, a Luino, potrebbe essere la prossima destinazione dell’imputato, attualmente detenuto. I suoi difensori hanno infatti presentato richiesta per i domiciliari. Favorevole il parere di parte civile e pm. Il magistrato ha però chiesto l’ulteriore misura del braccialetto elettronico, e il divieto per il momento di frequentare la compagna e la figlia, nata solo cinque mesi fa. I giudici hanno rinviato la decisione.

Le parole dell’imputato

«Non sono mai stato in una struttura di recupero per problemi con la droga – ha precisato il 29enne, chiedendo di parlare dopo che il tema era stato toccato dai primi testimoni – Ho frequentato una comunità evangelica perché ero rimasto senza un tetto e volevo staccarmi da tutti». L’imputato potrebbe tornare a parlare, nel corso del dibattimento, per sottoporsi all’esame delle parti, e fornire la propria versione sui fatti del 20 marzo 2023.

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