Colombo: «La Lega stia unita. Io ho votato Longhin ma lavoro già con Cassani»

Marco Colombo e Andrea Cassani in una foto di qualche anno fa

MILANO – «Al congresso ho votato Longhin ma ho già iniziato a lavorare con Cassani. La Lega deve rimanere unita, altrimenti favoriamo solo Fratelli d’Italia». Parola di Marco Colombo, consigliere regionale del Carroccio che al Pirellone perde pezzi a favore del Comitato Nord. «Se rimane una corrente mi sta bene e ci possiamo confrontare con loro, ma se escono dalla Lega non va bene. Se c’è un malessere lo si risolve discutendo al nostro interno. E facendo i congressi»

Consigliere Colombo, si aspettava queste defezioni in Consiglio regionale?
Quello della Lega è un gruppo numeroso. Con Mura, Formenti e Lena ci parlo frequentemente, sapevo che c’era un loro malessere e in parte me lo aspettavo. E quindi mi aspettavo che potessero fare qualche azione di questo genere.

Pare però che siano di più, in tutto una decina, quelli che guardano al Comitato Nord tra i consiglieri della Lega al Pirellone. È così?
Premettiamo che una Lega che parla di Nord la vogliamo tutti e 30 nel gruppo consigliare della Lega. Ma anche se fossi un consigliere regionale di un altro partito, vorrei che parlasse di più di Nord. Perché è normale che ogni persona che fa politica in rappresentanza di un territorio, in maniera anche un po’ egoistica, voglia mettere al primo posto il bene del suo territorio. Non ditelo poi a me, che se potessi vorrei al primo posto il bene del Lago Maggiore. Detto questo, se il Comitato Nord rimane all’interno della Lega come corrente o pensatoio rivolto al Nord, sta bene anche a me. Se poi invece si trasforma in un partito, è un’altra storia.

Pensa che i suoi tre colleghi abbiano commesso un errore?
Io non ho dato la mia adesione al Comitato Nord, ma con chi si è iscritto al Comitato posso confrontarmi. Se però escono e fanno una cosa completamente separata, questo non va bene. Se c’è un malessere, ne dobbiamo discutere al nostro interno.

Ma questo malessere c’è ancora…
C’era, senza dubbio. Ora però, con l’inizio della stagione dei congressi, in parte questo malessere è stato affrontato e risolto. Penso alla provincia di Varese dove è stato fatto un congresso, come a Brescia e a Bergamo.

Ci sta dicendo che la Lega ha già avviato il percorso per venire incontro a certe criticità emerse dopo le politiche?
Direi di sì. Ora ci sono le elezioni regionali e la priorità è sostenere Attilio Fontana, che ha fatto bene e che ci ha messo cuore e faccia contro attacchi ingiustificati, che si sono rivelati nulli. Noi lo abbiamo detto fin dall’inizio, ma poi alla fine lo ha dichiarato anche la magistratura, tra archivazioni e non rinvii a giudizio.

Ma la spaccatura del gruppo creerà problemi alla Lega in Regione?
Ora l’atto più importante lo votiamo tra dieci giorni con l’approvazione del bilancio, ma sono certo che queste tre persone non voteranno contro al bilancio di Regione Lombardia. Formenti ad esempio è con me in commissione, in parte il bilancio l’abbiamo costruito insieme, quindi non potrebbe mai bocciarlo. Così come non credo a chi dice che possano andare con la Moratti: li conosco bene e sono certo che non sosterranno mai il centrosinistra e la Moratti.

Quindi non vede difficoltà in vista del voto regionale?
Anzi, credo che possa essere il primo momento di riscossa per la Lega. Perché i cittadini lombardi sanno che la Regione Lombardia è amministrata bene dalla Lega e che in Lombardia ci sono centinaia di sindaci leghisti, e presidenti di provincia leghisti, che amministrano bene. Le elezioni nazionali non c’entrano nulla con quelle regionali.

Il congresso provinciale di Varese però ha consegnato l’immagine di una Lega divisa a metà…
Ma no: la pluralità ci sta, ben venga, è quello che volevamo. Per me ha vinto la Lega, non ha vinto né perso nessuno. Ma se guardiamo al risultato, chi ha perso deve accettarlo e chi ha vinto ha l’onere dell’incarico di segretario. Io ho votato Giuseppe Longhin, sarei scorretto a non dirlo. La mia posizione era molto chiara, ma da questa settimana ho iniziato a lavorare con Andrea Cassani. È il mio segretario. Tanto che ho una riunione con lui domani sera, che è domenica, per parlare di progetti del territorio.

Quindi al congresso non c’era una Lega di Salvini contro una Lega di Bossi?
Io non lo vedo questo scontro. C’era una Lega più territoriale, che rimarca di più l’identità, il territorio e il federalismo in modo più drastico anche a prescindere da altri discorsi, e una Lega che vuole rappresentare più persone, che ha gli stessi valori ma innestati su un progetto nazionale con tempi più dilatati per raggiungere gli stessi obiettivi.

Insomma, occorre restare uniti?
Se siamo divisi, favoriamo Fratelli d’Italia, che ha una linea diversa dalla nostra. Per loro stare all’opposizione è stato più facile, ma va riconosciuto loro che sono stati coerenti. Adesso hanno il compito di dimostrare che quello che hanno detto poi lo fanno, e non è così semplice per chi è alla guida di una macchina amministrativa, in particolare quando ci sono fattori come il Covid o una guerra, che sballano tutti i piani e le promesse.

lega marco colombo comitato nord – MALPENSA24