Commissione urbanistica ferma da luglio. Le opposizioni di Legnano la invocano

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LEGNANO – Convocare subito in via straordinaria la commissione n. 3 Urbanistica. È la perentoria richiesta avanzata dai gruppi di opposizione a Legnano, dopo aver appreso delle «importanti decisioni che l’Amministrazione sta assumendo senza informare alcuna commissione consiliare né tantomeno il Consiglio comunale». La richiesta è stata depositata oggi, martedì 1° febbraio; la commissione in questione, denominata “Città futura” e presieduta da Umberto Taormina (Pd), non viene convocata da quest’ultimo dal 27 luglio dello scorso anno.

Per sostenere la loro richiesta, i consiglieri di minoranza fanno leva su un articolo del regolamento del Consiglio comunale che prevede questa possibilità se a sostenerla è più di un quinto dei consiglieri. All’ordine del giorno le minoranze vorrebbero iscrivere informazioni «sulle intenzioni dell’Amministrazione comunale, sui contatti con i proprietari e sugli sviluppi delle questioni urbanistiche riguardanti: ex Manifattura, le aree vendute della Franco Tosi, l’area della ex Pensotti, il terreno di proprietà della società Legnano Patrimonio e l’accordo per l’acquisizione dell’area dei Ronchi, con relativa perequazione».

«Tanti progetti, nessuna informazione»

«In questo periodo – osserva il consigliere civico Franco Brumana – si stanno avviando le grandi trasformazioni di Legnano determinate dal futuro assetto delle aree dismesse, che occupano porzioni della città molto rilevanti sia per le loro dimensioni che per le loro collocazioni. Per alcune di queste aree si è già perfezionata la vendita ad operatori che avranno interesse a compiere operazioni immobiliari. Si tratta di occasioni importanti e irripetibili che comporteranno scelte destinate a caratterizzare la città per i prossimi decenni, o per l’intero secolo in corso.

«Ciò nonostante – incalza il capogruppo del Movimento dei Cittadini – non se ne sta parlando e la Giunta Radice sembra ignorare le questioni. La scomparsa dell’urbanistica dall’agenda comunale può essere attribuita a due ragioni alternative, ma entrambi non condivisibili: il disinteresse, o l’incapacità, di chi ci governa di andare oltre le “piccole cose” e l’autocelebrazione pubblicitaria; la scelta di trattare le questioni urbanistiche nelle segrete stanze per poi sottoporre alla città e ai consiglieri comunali soluzioni già compiute e di fatto non discutibili, annullando ogni occasione di trasparenza, di confronto e di partecipazione e confidando sul voto favorevole di disciplinati consiglieri comunali di maggioranza».

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